Un viaggio attraverso la sofferenza senile.
Nella Sala Bracco al Circolo della Stampa a Milano si è tenuto un convegno medico durante il quale sono stati presentati e analizzati i risultati dell'indagine Demoskopea IL DOLORE NELLA TERZA ETA' promosso da About Pharma con il grant incondizionato di MundiPharma.
Al tavolo dei relatori: Daniela Conti, Research Managing Director Demoskopea; Guido Fanelli, Presidente Commissione Ministeriale Terapia del Dolore e Cure Palliative; Massimo Fini, Componente Commissione tecnica scientifica IRCCS San Raffaele Pisana di Roma; Marta Gentili, Presidentessa Associazione Vivere Senza Dolore; Marco Filippini, General Manager MundiPharma Italia. Moderatrice Nicoletta Carbone, Autrice e Condutrice di "Essere e Benessere" Radio 24.
Sono state effettuate, sull'intero territorio nazionale, quattrocentosette interviste telefoniche a donne (il 55%) e uomini con un'età compresa tra i sessanta e gli ottant'anni. Da queste "chiacchierate via filo" emergono tante tristi realtà: i più danno per scontata, sentendosi "vecchi", la costante presenza del dolore. Ovviamente, come afferma Guido Fanelli, così non è: "Va sfatata l'antica convinzione che la sofferenza sia un processo inevitabile dell'invecchiamento, al quale rassegnarsi.
L'articolo 1 della Normativa tutelando il diritto di ogni citttadino a ricevere la terapia del dolore rende in modo implicito obbligatorio anche il trattamento della condizione dolorosa nell'età avanzata: assicurare a questi pazienti un'adeguata assistenza non è dunque solo un dovere morale del medico ma anche un obbligo legislativo. Una gestione più appropriata del problema, possibile solo attraverso un costante monitoraggio del dolore attraverso scale validate di valutazione, consente di migliorare la qualità di vita degli anziani ma anche di diminuiire i costi a carico della famiglia e del sistema sanitario!".
Purtroppo, però, i medici non si comportano sempre come dovrebbero: "solo uno se tre misura l'intensità del dolore del proprio assistito e, con regolarità, lo fa solo il 15% contravvenendo così a quanto stabilisce l'articolo 7 della legge 38 che invita i clinici a registrare sempre il livello della sintomatologia dolorosa, la sua evoluzione nel tempo e l'effetto delle cure prescritte. Non solo: anche quando la misurazione viene effettuata, l'88% dei medici si basa sul racconto del paziente, mentre un esiguo 20% ricorre a scale di valutazione validate che rappresentano l'unico strumento oggettivo per poter poi impostare una terapia adeguata. E. pur adottando un atteggiamento di ascolto nei confronti del malato anziano i clinici sembrano poco orientati a un effettivo intervento: tendono a minimizzare il problema dolore o adirittura consigliano di sopportarlo!!!".
E loro sopportano: pur convivendo con un dolore costante (artrosi, mal di schiena, cervicalgia) che limita la loro autonomia ignorano l'esistenza dei centri di terapia del dolore (ai quali potrebbero accedere anche senza passare attraverso il medico di famiglia) e si accontentano della prescrizione di FANS (Farmaci Antinffiammatori Non Steroidei) e del Coxib.
Ma da Massimo Fini giunge un grido d'allarme: "La categoria sicuramente più penalizzata è quella degli anziani che, per ragioni ideologiche (dolore come espiazione); culturali ed economiche, risultano essere curati poco e male. L'abuso di FANS e Coxib, particolarmente pericoloso nei soggetti in età avanzata, rappresenta in questi pazienti una delle cause più frequenti di ricovero d'urgenza nei reparti di chirurgia. L'unica risposta possibile al problema è legata alla creazione di una nuova cultura del dolore e sul dolore attraverso una capillare opera di formazione degli operatori sanitari e d'informazione ai cittadini!".
Per concludere una nota di speranza arriva da Marco Filippini: "Il dolore è uno dei fattori che più compromettono il benessere psicofisico nelle persone più deboli e, in particolare, nella terza età! Eppure nella nostra società permangono alcuni stereotipi che alimentano la discriminazione di questi pazienti, condannandoli a non ricevere cure antalgiche adeguate e a convivere nel quotidiano con la sofferenza. Da tempo la nostra Azienda e il Centro Studi sono impegnati nel supportare iniziative volte a informare e sensibilizzare classe medica e cittadini sul problema dolore; con questa indagine ci auguriamo di poter contribuire a fare più luce anche sui bisogni assistenziali della popolazione anzianza che soffre!".
Per ulteriori approfondimenti: "Gli italiani e il dolore cronico", "Dolore & Qualità di Vita", "La 38/10... questa sconosciuta".