Dai monasteri e dai conventi
La mostra in esposizione fino al 28 luglio presso il Museo Diocesano di Catania.
L’esposizione è stata curata da Roberta Carchiolo, storica dell’arte della Soprintendenza, e voluta proprio dalla Soprintendenza dei Beni Culturali e Ambientali di Catania, insieme all’Arcidiocesi e alla Prefettura.
Si tratta di un’esposizione che si articola in due piani narrativi, nel primo spazio noi troviamo varie opere d’arte di molteplici ordini religiosi, sono principalmente dipinti ma possiamo trovare anche qualche busto scultoreo, reperti archeologici e diversi documenti, come per esempio quello della Gazzetta Ufficiale del 1866, che riporta la notizia della soppressione degli ordini religiosi ad opere del recente stato italiano.
Le opere d’arte sono perlopiù di autori ignoti, che fanno riferimento a diversi stili, per esempio a quello di Antonello Da Messina, in questo piano si può ammirare l’opera di Jacopo Vignerio, dal titolo “Andata al Calvario” che è una copia dello Spasimo di Sicilia di Raffaello Sanzio, descrivendo un pò quest’opera possiamo notare Gesù, caduto dalla croce nella via del Calvario, che guarda verso la madre, che è con le braccia tese verso di lui per cercare, inutilmente di aiutarlo, ella è sorretta da Maria Maddalena, oltre che dalle pie donne, tutta la rappresentazione è molto affollata e si apre al centro dove si può notare un piccolo paesaggio, tra gli oggetti dell’edificio e dello stendardo rosso, la scena è rappresentata con grande drammaticità e intensità, come si può vedere anche nel volto di Cristo verso la madre, nel soldato che sta per scagliare una lancia contro Gesù, e in uno di spalle che stringe la corda al corpo del Signore senza un briciolo di umanità, da notare la figura di Simone di Cirene che cerca di prendere la possente croce.
Al piano superiore troviamo opere che si rifanno maggiormente ai Benedettini, anche qui sono presenti prevalentemente rappresentazioni pittoriche ma anche altri oggetti come documenti, libri etc e cose particolari, per esempio un orologio e un astrolabio. In questo piano, tra i pittori presenti è giusto citare Michele Rapisardi, grande esponente catanese del Romanticismo.
Sempre al secondo piano, vi abbiamo un ultimo spazio che è dedicato alle fotografie di Gaetano Gambino che ritraggono le monache catanesi in varie celebrazioni religiose, in tutta l’esposizione si possono notare diversi pannelli esplicativi dei vari ordini religiosi e non solo. Il tema che caratterizza questa mostra, come si può intuire, sono proprio questi ordini e la loro soppressione del 1866.
Questo evento, vuole mostrare l’importanza che hanno avuto nella vita culturale e non solo della città di Catania, e in generale in tutta l’Italia. Dopo la loro soppressione, il paese ha dovuto affrontare il problema della gestione di questo patrimonio, e ciò l’ha portato a sviluppare nel corso degli anni, importanti strategie di tutela.
La maggior parte di queste opere è del F.E.C (Fondo Edifici di Culto), che si rifà al Ministero dell’Interno, altre invece fanno parte dei diversi ordini religiosi, Diocesi, e varie istituzioni come Comuni e Università. E’ in fase di preparazione anche il catalogo dell’evento, in cui si troveranno diverse schede sulle opere, realizzato da un team di storici dell’arte.
Il Museo Diocesano si trova nel Palazzo del Seminario dei Chierici, che è proprio limitrofo alla Cattedrale di Catania, è stato inaugurato nel 2001 e si divide in 9 sale che riguardano due sezioni: La prima espone gli elementi sacri della Cattedrale, la seconda, contiene oggetti e arredi di altre chiese di Catania e provincia, oltre ad avere una pinacoteca.
Le 9 sale dette prima, si suddividono in quattro livelli e il piano terra che ospita il fercolo della patrona di Catania, ossia Sant’Agata, che è realizzato in argento cesellato. Gli altri piani contengono, nello specifico, reperti di varia epoca che partono dalla fondazione di Catania nel 1069 e arrivano al famoso terremoto del 1693 e il tesoro della Cattedrale in varie forme come reliquiari, calici, pissidi etc.
Poi, vi abbiamo ancora paramenti liturgici di cardinali e vescovi, che sono stati al comando dell’Arcidiocesi di Catania, altri cimeli che riguardano Sant’Agata, diversi busti marmorei, ritratti, e tanto altro ancora. La pinacoteca, tra le varie opere che ospita, possiede un opera di Mario Minniti dal titolo “Gesù Cristo crocifisso” del 1629, oppure un opera del 1790 intitolata “Sacra Famiglia” di Antonio Cavallucci, o ancora un Olivio Sozzi denominato: “Vergine, San Giovanni e la Maddalena ai piedi della croce”, risalente al XVIII secolo.
Questa manifestazione, secondo me, è molto importante poiché ci da uno spaccato storico significativo, che ha segnato uno spartiacque nella storia d’Italia. Ed è interessante conoscere queste opere, poiché si possono comprendere, oltre ai vari stili, anche il tipo di società che fu.
Mostrare questo tipo di manifestazioni ai giovani, ma in generale alle persone, è molto stimolante è istruttivo, a mio parere la mostra è ben strutturata ed organizzata per quanto riguarda l’allestimento, ma pecca per elementi informativi. Abbiamo infatti detto che si trovano dei pannelli esplicativi, però essi riguardano principalmente la spiegazione degli ordini religiosi, e comunque sono pur sempre dei pannelli, quindi possono facilmente essere ignorati dalle persone.
Manca un catalogo o un qualcosa del genere da dare ai visitatori all’ingresso, come si è detto verrà fatto a fine mostra, ma io penso sarebbe stato giusto fare comunque un qualcosa già da ora, che avrebbe dato maggior chiarezza alle persone che vengono. Facendo così, secondo il mio parere, la gente vive l’arte e in generale la cultura, come se si dovesse andare a prendere una pizza, mangiare un panino etc, un qualcosa da consumare in fretta, invece l’arte è un qualcosa che va si consumata, ma masticando lentamente.
Crediti fotografici a cura di Dario Salanitro