Le nuove terapie per i pazienti affetti da questa patologia.
Nella sala Tobagi al Circolo della Stampa di Milano si è svolta una conferenza stampa , organizzata da About Pharma and Medical Device con il contributo incondizionato di Bayer, intitolata “La prevenzione dell’ictus nei pazienti affetti da fibrillazione atriale”. Argomentazioni profondamente interessanti ma rivolte soprattutto ai medici! Quindi non scrivo nulla relativo a “choosing wisely”, “health technology assessment” e “disease management optimization”- Mi limito a riportare ciò che può interessare i non addetti ai lavori: la fibrillazione atriale è un’alterazione frequente del ritmo cardiaco che colpisce un milione di persone in Italia e si associa a un rischio di incorrere in un ictus cerebrale cinque volte superiore rispetto alla popolazione che non soffre di questa patologia.
Rischio che aumenta con il progredire dell’età con tutte le conseguenze che ne derivano in termini di disabilità e mortalità, si previene con una terapia anticoagulante, purtroppo vi è un sotto trattamento dei pazienti con fibrillazione atriale a causa dei limiti della profilassi farmacologica sinora utilizzata che presenta alcune difficoltà di gestione come la necessità di controlli ematici frequenti per l’aggiustamento del dosaggio, interazioni con alimenti e altri farmaci, rischio di emorragie, esiste da parte dei medici, della popolazione e dei pazienti stessi una ridotta consapevolezza del rischio di ictus connesso alla malattia.
La percentuale dei soggetti con fibrillazione atriale a rischio di ictus ai quali viene prescritta una terapia anticoagulante orale è solo del 55% e ancor meno nei soggetti con più di 75 anni... la qualità del trattamento non è ottimale! Ora per fortuna anche nel nostro paese vi sono i nuovi anticoagulanti orali (rivaroxaban, dabigratan e apixaban) più maneggevoli e sicuri, in grado di venire incontro alle esigenze di medici e pazienti.
Non richiedono controlli ematici, sono somministrati a dosaggio fisso facilitando l’aderenza alla terapia, hanno scarsissima probabilità d’interazioni con alimenti e altri farmaci, presentano ridotto rischio di emorragie cerebrali rispetto alla terapia tradizionale. Nell’arco di tre anni l’introduzione di rivaroxaban ha ridotto gli ictus: nel primo anno meno 642 eventi, nel secondo anno meno 1636 e nel terzo anno meno 2504! Finalmente farmaci davvero dalla parte dei più deboli, dalla parte degli anziani fragili, incapaci di assumere correttamente una pastiglia e di non associarla a cibi controindicati... finalmente case farmaceutiche e medici davvero comprensivi e vicini a chi soffre!
Per approfondire: “no a ictus e trombosi”