I pazienti raccontano le loro storie.
Nella sala del Camino al circolo della Stampa milanese si è svolta la conferenza stampa dal titolo “quando la parola è terapeutica; aspetti clinici e autobiografici, insieme per un diabete doc”. Al tavolo dei relatori erano seduti: Antonio Ceriello (professore associato di endocrinologia, direttore del dipartimento di ricerca su “diabete e complicanze cardiovascolari); Claudio Alberto Cricelli (medico di medicina generale); Alessandro Biffi (cardiologo, dirigente medico del CONI).
Moderava, lui non seduto ma in piedi, il giornalista Andrea Sermonti. DOC GENERICI offre ai pazienti diabetici uno spazio per esprimersi liberamente con il supporto di chi i pazienti li segue davvero: Associazione Medici Diabetologi e Società Italiana di Medicina Generale. Il sito http://www.iltuodiabete.it consente ai pazienti di diventare protagonisti attivi della loro salute attraverso la condivisione della quotidianità in rete perché gli aspetti clinici non son più separati dagli aspetti autobiografici della malattia, dagli stili di vita e dalla prevenzione. La medicina narrativa è uno strumento che ha lo scopo di aiutare il paziente ad affrontare la propria patologia inserendola in un racconto reale e condivisibile; ciò avviene attraverso la rielaborazione di ciò che è accaduto o della situazione che si vive al presente. La rielaborazione del racconto e la comunicazione della propria esperienza attraverso un testo strutturato permettono al paziente di riflettere sulla propria condizione e intravederne un senso che gli permette di accettarla più facilmente e viverla in una prospettiva meno negativa.
La narrativa permette al paziente di sentirsi non isolato e offre, ma sua volta, agli specialisti la possibilità di avere una visione più completa dei problemi. La narrazione della patologia del paziente verso il medico viene considerata al pari dei segni e dei sintomi clinici della malattia stessa e contribuisce a costruire un canale comunicativo privilegiato che aiuta la relazione terapeutica; è utile inoltre a restituire al malato la propria dignità di persona che va accolta e ascoltata, non soltanto esaminata dal punto di vista clinico. Insomma l'invito è: "scrivici la tua storia all'indirizzo email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.