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Al Festival del Cinema Europeo, il regista finlandese ha offerto una lucida e incredibile analisi sull’umanità odierna esordendo con questa frase: il finlandese è semplicemente un italiano finito nel posto sbagliato.


Kaurismaki a Lecce tra birre e sigarette elettronicheLo stesso Bruno Torri, presidente dell’SNCI (il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani), ha racchiuso tutto il significato pregnante del suo cinema nei primi quindici minuti del suo film “Ariel”, il viaggio di tre clandestini che nasconde tante ombre e altrettanti pericoli. Si cerca di sopravvivere alla violenza delle istituzioni sociali, della famiglia, dei figli che sono vittime dei genitori, della strada dove vengono uccise persone innocenti.

Il suo cinema è una metafora sociale sul capitalismo, visto come male originario, in cui ragione etica e poetica delineano un proprio linguaggio. Certe sue pellicole trattano temi più leggeri, mentre altre hanno una componente più surrealista, e la motivazione di fondo è che il suo cinema è attraversato da un’ironia marcata e sotterranea. Un cinema che merita rispetto e lascia molto libero lo spettatore nell’interpretazione di ciò che vede.

Lo stesso Aki, tra una birretta e una sigaretta elettronica nel bel mezzo della conferenza stampa,  ha sostenuto che viviamo in un mondo dove i conflitti vengono risolti con la violenza e questo si respira molto nel suo cinema; “lo stesso uomo è un aggeggio divertente, e il mondo girerebbe meglio senza di esso”. Il critico Massimo Causo ha sottolineato come risulti interessante il tema della spiritualità unita ad una solidarietà e moralità per quello che si fa nelle azioni quotidiane.Kaurismaki a Lecce tra birre e sigarette elettroniche

Aki ha risposto che la sua ispirazione nella settima arte veniva dai cineclub e non dalle scuole di cinema, e che bisogna credere a qualcosa per avere una morale pulita: “Io credo negli alberi, ho imparato a disprezzare il consumismo da Pasolini, e pur non essendo stupido, ho seguito il business cinematografico, e se il lieto fine porta spettatori, il doppio lieto fine porta ancora più spettatori”.

Kaursimaki ha concluso il suo intervento elogiando le opere di Cesare Zavattini e tra gli attori, Roberto Benigni (con cui gli piacerebbe lavorare). Inoltre ha descritto l’immagine migliore che vorrebbe vedere: un uomo e una donna su una parete dove c’è ombra e luce. “Se ci fossimo dati da fare alla fine degli anni ’70 forse l’umanità oggi avrebbe un futuro. Ho detto tutto quello che sapevo, e vorrei avere uno scambio con Kafka, anche se lui non è interessato”.

Nelle foto: in alto a sinistra un momento della conferenza stampa e nella foto a destra Kaursimaki e Francesco Maggiore

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