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L’incredibile autore di “Gatto nero, gatto bianco”, “Il tempo dei gitani” e “Underground”, è intervenuto al Teatro Comunale di Novoli, per una lectio magistralis intitolata “Fuoco sul Fuoco”, oltre ad essere protagonista del docufilm “A fuoco”, che ricostruisce la storia della festa tradizionale salentina.


Emir Kusturica alla “Focara” novoleseAll’incontro, che si è tenuto ieri 15 gennaio, era presente la presidente di Apulia Film Commission, Antonella Gaeta, che ha moderato il dibattito con il regista bosniaco (naturalizzato serbo) in questa superba lectio magistralis sulla “sacralità” del fuoco. Tutto è iniziato con la citazione, da parte della Gaeta, dell’autobiografia (edita da Feltrinelli) del cineasta balcanico, “Dove sono in questa storia”, oltre alle sue pellicole, che a suo dire sono una festa dionisiaca per gli occhi e per le orecchie.

La stessa “Focara”, è vista come una metafora del suo cinema, contenente la radice popolare della festa. La dissertazione, va a risalire a diverse tipologie di “fuoco”, che Emir ha utilizzato nel suo cinema: dal pupazzo di paglia di “Il tempo dei gitani”, fino alla lunga sequenza di “Underground”. Un particolare momento di “fuoco” nella sua vita, è stato dopo la Palma d’Oro del 1995, quando volò a Cuba per parlare con Gabriel Garcia Marquez su un possibile adattamento cinematografico del suo romanzo “L’autunno del patriarca”.

Nel momento in cui gli parlò della scena in cui una donna veniva messa al muro dal patriarca, Marquez negò la cosa, e Emir Kusturica alla “Focara” novolesedopo una lunga insistenza ( a vuoto) per avere chiarimenti su questa scena, Emir si stancò e abbandonò il progetto della pellicola. Ritornando al film “Il tempo dei gitani”, citato più volte durante la conferenza, Emir ha raccontato di come ha fatto delle ricerche a Skopje, cercando di integrarsi tra cinquantamila zingari.

Dal set del film stesso, quando uno dei gitani gli chiese: “Come deve essere la mia camminata verso il Duomo di Milano?”, Kusturica rispose: “Cammina come Al Pacino nel Padrino parte seconda”. I suoi modelli ispiratori sono stati senz’altro Tarkovskij e Fellini più di tutti, e non ha lesinato critiche al sistema produttivo hollywoodiano contemporaneo, basato al 90% sulle leggi del profitto, e sugli eroi architettati politicamente in base a sua “Maestà” il Mercato. Anche lo stesso 3D è un qualcosa che rende stupidi, perché le tre dimensioni devono albergare già nella nostra mente.

Stiamo vivendo in un periodo di fascismo economico dove tutto va bene, se va bene appunto al mercato, in un’ era lontana dai paradigmi della vita, quella in cui si dovrebbe entrare nel “protocollo esistenziale” di qualcuno. Oggi invece, tutto è più quantificato, e un esempio palese è il Festival di Cannes: negli anni passati, i selezionatori sceglievano tra 500 film, ora fra 5000, in quanto la macchina produttiva è diventata sempre più veloce, ma talvolta inconsistente.

Attualmente, il filmaker stima alcuni autori promettenti, anche se per loro è molto difficile restare a galla, perché la logica della velocità e del denaro, consuma il talento molto in fretta. Quando era un giovane studente, Emir si rese conto di come i suoi coetanei erano fissati col diventare i nuovi Fellini, Bergman ed Antonioni, mentre oggi premono soprattutto nell’ambito calcistico, con “idoli” come Messi e Ronaldo.

Emir Kusturica alla “Focara” novoleseIl regista ha rilasciato anche un’anticipazione abbastanza consistente sul suo nuovo film, ”Lungo la via Lattea” (mentre il titolo per i mercati esteri, è “Love and War”) con Monica Bellucci, in cui appare anche in veste di attore protagonista: è un uomo che dopo la morte della moglie si fa monaco, e decide di vivere lontano dalla città facendo il “corriere” in mezzo alla guerra. Scene oniriche e fantastiche (con un serpente gigante), faranno parte della pellicola, con rimandi al suo “La vita è un miracolo”, perché la guerra e l’amore continuano ad essere una costante del suo cinema.

Tra il rimpianto per un film andato a vuoto, “Cool Water”, interessante black comedy, che ha riscontrato non pochi problemi produttivi (coproduzione franco- tedesca), Kusturica non ha mancato di elogiare Paolo Sorrentino (augurandogli la vittoria ai prossimi Academy Awards), che sarà ospite al suo Festival Internazionale di Cinema e Musica di Kustendorf, dal 18 al 23 gennaio 2014 a Drvengrad, il suo villaggio serbo, costruito come set sulle montagne dell’ovest della Serbia.

La promessa fatta alla presidente di Apulia Film Commission, di venire a girare prossimamente in Puglia, potrebbe diventare molto più di un’idea, soprattutto nell’ambito del dialogo transfrontaliero tra la regione italiana e i paesi balcanici. Con il fuoco energico che da sempre contraddistingue la sua vitalissima filmografia, Il regista ha concluso la sua lectio magistralis con “Non sono capace di stare fermo, sono nato per creare”, tra gli applausi del pubblico e degli addetti ai lavori.

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