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Commedie brillanti, storie ai margini e grandi novità di sezione introdotte dal neodirettore Paolo Virzì.


Il 31 TFF si presenta alla stampaHa preso avvio martedì 5 novembre presso la Casa del Cinema di Roma, la conferenza stampa del 31esimo Torino Film Festival (22 -30 novembre 2013), il primo sotto la direzione di Paolo Virzì, subentrato dopo la rinuncia di Gabriele Salvatores (che dopo la postproduzione di “Educazione Siberiana”, era impegnato con altri progetti). Virzì ha ringraziato i vari sponsor tra cui la Rai, la Rear (per la logistica), lo Ied, Sky e Mymovies (in cui c’è l’accordo per la Media Partnership sulla trasmissione dell’evento in streaming).

Insieme al regista, erano presenti la vicedirettrice Emanuela Martini, il critico Massimo Causo, inventore della sezione “Onde”, e Davide Oberto, selezionatore per i documentari e cortometraggi. I titoli pervenuti al Festival sono stati circa 4000, e la notevole scrematura gli ha ridotti a circa 185, di cui 70 lungometraggi, 46 anteprime mondiali e 25 internazionali.

Di diverse nazionalità sono i film del concorso, di cui 3 francesi, “2 automnes, 3 hivers” di Sébastien Betbeder, “La bataille de Solférino” di Justine Trier, ambientata durante le elezioni francesi, e “Vandal” che racconta di una vicenda all’interno delle banlieu francesi. Dagli Stati Uniti invece il noir “Blue Ruin” di Jeremy Saulnier, e la pellicola tratta dal racconto di David Sedaris, “COG”, diretto da Kyle Patrick Alvarez. Senza dimenticare il franco canadese “La dèmantèlement” di Sèbastian Pilote e il messicano “Club Sandwich” di Fernando Eimbcke.

Mentre dal Venezuela, “Pelus Malus” di Mariana Rondon, racconta il dramma metropolitano nel rapporto madre – figlio, in cui si evince il binomio periferie/neorealismo. Dalla Spagna invece l’opera del documentarista Neus Ballus, “La plaga”, in cui vengono rappresentate delle storie intorno ai sobborghi di Barcellona, mentre dalla Thailandia “Sao Karaoke”, un’opera dal tocco umano e quasi zavattiniano sul pedinamento di una ragazza. Tra gli italiani invece, l’opera prima di Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, “La mafia uccide solo d’estate” (in uscita il 28 novembre nelle sale, distribuito da 01 Distribution e Wild Side), un debutto comico sulla mafia attraverso una sorta di Forrest Gump palermitano. In più il documentario di creazione “Il treno va a Mosca”, diretto da Federico Ferrone e Michele Manzolini, in cui viene raccontata la passione cinemilitante del barbiere comunista Sauro Ravaglia.

La Giuria per questi titoli è composta da varie personalità, in primis dallo sceneggiatore messicano Guillermo Arriaga (autore di “Amores Perros” e “Babel”), che Virzì stima tantissimo a livello di scrittura cinematografica. Gli altri giurati sono: il romanziere americano Stephen Amidon (con un passato da critico cinematografico), l’attore cubano Jorge Perugorria (definito da Virzì il “Mastroianni di Cuba”), la sceneggiatrice italiana Francesca Marciano (autrice dell’ultimo Bertolucci), e la regista bosniaca Aida Begic (“Buon Anno Sarajevo”).

In seguito, Emanuela Martini ha presentato il megacontenitore “Festa Mobile” con due anteprime importanti: nella serata di apertura, sarà proiettata la commedia “Last Vegas” di Jon Turteltaub, una sorta di “Notte da leoni” per anziani, con Robert De Niro, Michael Douglas, Kevin Kline e Morgan Freeman, mentre in chiusura ci sarà “Last Piano”, tesissimo thriller di Eugenio Mira, definito lo “Speed” del pianoforte, con Elijah Wood e John Cusack.

Ritornano al Torino Film Festival anche registi come Don McKellar con “The Grand Seduction” e Bruce McDonald con “The Husband”, e direttamente da Cannes arrivano “Inside Llewyn Davies” dei Fratelli Coen e “Only lovers left alive” di Jim Jarmusch, e tra i restanti ci sono il film postumo con James Gandolfini, ovvero la commedia romantica “Enough Said” di Nicole Holofcener, il ritorno di David Gordon Green al Tff con “Avalanche”, il noir indiano “Ugly”di Anurag Kashyao, e “The Way, Way Back” che segna il passaggio alla macchina da presa dei due sceneggiatori di “Paradiso Amaro” di Alexander Payne, in più “Frances Ha” di Noah Baumbach (film che la Martini voleva a tutti i costi per il Festival).

Per quanto riguarda gli italiani, ci sarà la versione restaurata del capolavoro di Fellini (pronta per lui una retrospettiva), “Otto e mezzo”, e l’anteprima del nuovo film di Carlo Mazzacurati, “La sedia della felicità”. Il tradizionale premio “Maria Adriana Prolo” alla carriera 2013, verrà assegnato a Piera Degli Esposti, ritratta nel documentario “Tutte le storie di Piera”, scritto e diretto da Peter Marcias.
La sezione “Onde” è senz’altro quella più cinefila e sperimentale, e oltre al cinema portoghese, l’omaggio quest’anno è per il più grande direttore della fotografia del cinema asiatico, ovvero Yu –Lik Wai, il cui cinema rappresenta il passaggio di Hong Kong alla Cina, secondo le regole della fantascienza distopica in cui l’umanità si deve collocare attraverso storie d’amore e attraversamenti dello spazio.

Le novità di quest’anno (merito della direzione), sono rappresentate dall’invenzione delle sezioni “Europop”, “After Hours” e Big Bang Tv. Nella prima si fa un’analisi sociologica per capire cosa piace a polacchi, spagnoli e svedesi, visto che vengono proiettati i campioni d’incasso europei che sono inediti in Italia. In questo caso abbiamo una commedia irlandese come “The Stag”, il film biografico svedese “Monica Z”, e il polacco “Traffic Department” in cui ci sono poliziotti duri e senza pietà.

“After Hours” è la sezione di mezzanotte, in questo caso i film sono proiettati dopo le 22, e ci sono pellicole come “Computer Chess” di Quentin Dupiex su una finta partita a scacchi tra umani e computer, l’horror collettivo “V/H/S/2”, il documentario di Shane Meadows sugli Stone Roses, e “La danza de la realidad” di Alejandro Jodorowsky. “Big Bang Tv” è appunto la rassegna dedicata alla televisione, e il pubblico potrà assistere alla presentazione delle serie tv “House of Cards”, “Southcliffe” e “Top of the lake”.

I ringraziamenti finali sono andati alle distribuzioni come Medusa, Fox, Lucky Red, Teodora, Cinecittà Luce, Universal Pictures e tante altre, mentre l’assessore alla cultura del capoluogo piemontese, Maurizio Braccialarghe, ha ribadito come il Festival sia un grande investimento culturale per Torino. Proprio Virzì ha ripreso il suo discorso, sottolineando come il Tff sia un festival popolare e al tempo stesso raffinato (motivo di orgoglio nazionale), cosa abbastanza rara per chi frequenta eventi di questo tipo.

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