Trionfa il film del regista turco Nuri Bilge Ceylan, premiato da Quentin Tarantino e Uma Thurman, che si riuniscono sulla Croisette 20 anni dopo “Pulp Fiction”.
La Giuria guidata da Jane Campion, e composta da Carole Bouquet, Sofia Coppola, Willem Dafoe, Nicolas Winding Refn, Leila Hatami, Gael Garcia Bernal, Jeon Do –yeon e Jia Zhang-ke ha decretato la vittoria del regista che già ha portato sulla Croisette diversi capolavori: da “Uzak” (2003) a “Il piacere e l’amore” (2006) passando per “Le tre scimmie” (2008) e “C’era una volta in Anatolia” (2011).
“Winter Sleep”, racconta (in 196 minuti) di un ex attore che gestisce un albergo in Anatolia, e che durante l’inverno si trova a gestire il suo burrascoso rapporto con la moglie e con sua sorella, fresca di divorzio. Il Grand Prix Speciale della Giuria è andato invece alla prima regista italiana che l’ha conquistato: Alice Rohrwacher (premiata da una Sofia Loren commossa per il ricordo di Mastroianni) per “Le meraviglie”, in cui quattro sorelle crescono in una realtà rurale che il mondo industriale si prepara a scalzare.
Il Premio alla Regia è stato per Bennett Miller, che con “Foxcatcher” (acquistato dalla Bim Distribuzione per l’italia) ha raccontato l’assassinio del campione olimpico di lotta David Schultz (Mark Ruffalo) per mano del suo allenatore John Du Pont (Steve Carrell) affetto da schizofrenia. “Leviathan” del russo Andrei Zviagyntsev, è una commedia apocalittica ambientata in una cittadina sul Mare di Barents, è stato premiato per la sceneggiatura. Migliori attori sono risultati Julianne Moore per “Maps to the Stars” di David Cronenberg, e Timothy Spall per “Mr. Turner” di Mike Leigh.
Il Premio della Giuria invece è stato un ex aequo tra la venticinquenne promessa (ma con un curriculum da cineasta navigato) Xavier Dolan per “Mommy” (comprato per l’Italia dalla e il maestro del cinema francese Jean Luc Godard per “Adieu au Language”. In pratica una sfida tra una nuova e vecchia generazione di fare cinema, entrambi diversi, ma a modo loro memorabili.
