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Per i critici mondiali il miglior Bond di sempre.


Spy story d’autore in “007 Skyfall”Dei numerosi complimenti piovuti da ogni parte del mondo per la nuova pellicola sull'agente segreto più famoso, ho potuto constatare che è proprio così. Stavolta la regia è passata di mano ad un autore con la A maiuscola, per la quale nutrivo qualche dubbio sulla riuscita nelle sequenze d’azione. E devo dire con notevole piacere che mi sono ricreduto; sto parlando del britannico Sam Mendes, regista premio oscar di “American Beauty” e di altre pellicole sontuose quali “Era mio padre – Road to Perdition” e “Revolutionary Road”.

Dalle varie interviste, Mendes dice di essersi ispirato al Nolan di “Il cavaliere oscuro”, ed effettivamente è così, lo psicotico Raoul Silva di Javier Bardem è molto similare su più aspetti al memorabile Joker di Heath Ledger. D’altronde 007 (Daniel Craig, per la terza volta) viene “ucciso” all’inizio del film, ma niente è come sembra, e la sua resurrezione impregna per 143 minuti di pura adrenalina tutta  la pellicola.

C’è un costante alternarsi tra passato e futuro in questo Bond 23, e un rimando al discorso rottamazione, in cui James dice al giovane pivello Q (Ben Whishaw): non sempre la giovinezza è sinonimo di innovazione. Ma soprattutto è la leggendaria M (Judi Dench) il fulcro del racconto spionistico di questa puntata dell’intramontabile saga bondiana, infatti un attacco terroristico al Mi6, mette fuori uso i firewall del sistema informatico, che dovrebbe tutelare l’identità di tutti gli agenti sotto copertura in varie parti del mondo.

Il suo rapporto con Bond è sempre stato un po’ controverso, e in questa pellicola assurge a protagonista assoluto, e ci regala una delle più belle interpretazioni femminili in un film d’azione contemporaneo. Sicuramente meriterebbe un oscar, così come anche Bardem per l’incredibile dialogo carico d’ambiguità che mette in scena con Bond, in cui vittima e carnefice si scambiano continuamente in un capolavoro di verbosità psicologica.

Per le location si va da Istanbul (la corsa con le moto sui tetti e il combattimento sul treno), Londra (l’Mi6 e gli inseguimenti per le sue strade e la metro), e la Scozia (un’immensa e decadente casa, terreno d’origine di uno dei personaggi), teatro di una spettacolare sequenza finale, che a memoria di cinefilo, mi rimanda a “Giochi di Potere” di Phillip Noyce.

Da segnalare anche la presenza di Ralph Fiennes, nel ruolo di Garreth Mallory, il nuovo supervisore del nuovo Mi6 improvvisato, e delle due bellissime bond girls: Naomie Harris (collega di Bond) e Berenice Marlohe (il tramite tra James e Silva). Detto questo, correte a vedervi “Skyfall”, vi  lascerà senza fiato e segnerà il migliore punto d’incontro tra i nostalgici della vecchia guardia di Fleming, e le nuove generazioni che hanno uno sguardo ancora tutto da scoprire nei confronti della spia più famosa del mondo.

 

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