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L’ultima versione targata Zack Snyder, è quella che oggi va tanto in voga ad Hollywood: ovvero una storia di origini.


Supportato nella produzione da Christopher Nolan, il regista va a scavare nella nascita del mito, da dove tutto è partito: ovvero Krypton. Lo scienziato guerriero Jor –El (Marlon Brando nella versione del 1978, qui invece è Russell Crowe) e sua moglie Lara (l’israeliana Ayelet Zurer, già in “Angeli e Demoni” e “Munich”) concepiscono Kal – El (il britannico Henry Cavill, primo attore “non americano” ad interpretare Superman), colui che sarà la “prosecuzione” di Krypton su un altro pianeta (in questo caso la Terra).

Dopo la distruzione del suo mondo, Kal-El si ritrova adottato da genitori “umani”, i coniugi Kent, Jonathan (Kevin Costner) e Martha (Diane Lane), che gli daranno il nome di Clarke. La sua vita durante l’adolescenza non sarà facile, teso sempre a nascondere questi superpoteri che lo rendono “unico”, e allo stesso tempo oggetto di caccia da parte del temibile generale Zod (Michael Shannon), che vuole impadronirsi della sua forza.

In aiuto di Clarke c’è una bellissima giornalista, Lois Lane (Amy Adams) che con le sue inchieste da reporter, scoprirà il suo lato umano e il suo segreto. Entrambi dovranno unire le forze contro Zod e le sue temibili truppe alla conquista della Terra. Questo secondo reboot (il primo è datato 2006) racconta in maniera più approfondita la storia del giovane supereroe, che dovrebbe celare al mondo la sua potenza (per quanto possibile).

La versione precedente con Brandon Routh come Superman e Kevin Spacey come Lex Luthor, si è rivelata assai fallimentare; soprattutto Bryan Singer come regista, non è riuscito a trovare la giusta chiave per rilanciare il personaggio della DC Comics, che nel corso degli anni ha avuto più “vite”, una parte in ambito televisivo, più una “non compiuta” versione di Tim Burton con Nicolas Cage, e una assai più mainsteam diretta da Kevin Smith.

Snyder alla regia, mantiene le premesse fumettistiche; d’altronde ha dimostrato di saperci fare con i comics, a partire da “300”, passando per “Watchmen” e “Sucker Punch”. Di sicuro il sequel è dietro l’angolo (sperando che il personaggio non porti sfiga al bravo Cavill, com’era successo ai suoi predecessori), considerato che il personaggio di Lex Luthor non appare nella pellicola, se non in forma pubblicitaria (i furgoni della Luthor Corporation).

Per questo bisognerà attendere i canonici 3-4 anni, il tempo utile ad Hollywood di sfornare l’ennesimo sequel infarcito di effetti speciali ad alta spettacolarità, ma (si spera) con un ulteriore approfondimento di personaggi “secondari”, perché proprio da qui si evince il Nolan’s touch.

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