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Dopo anni di silenzio Giampaolo Morelli ha ricominciato a vestire i panni del poliziotto più comico che ci sia in Tv, e il pubblico lo premia.


L’Ispettore Coliandro è tornato a farci ridereTra la quarta e la quinta stagione sono passati sei anni. Ormai tutti, anche gli stessi protagonisti, avevano perso le speranze e invece quando meno ce lo si aspettava l’Ispettore Coliandro è tornato su Rai Due con ben sei episodi, ogni venerdì alle 21.20. La serie è nata da un'idea del produttore Tommaso Dazzi, il quale, dopo aver letto il romanzo di Carlo Lucarelli “Il giorno del lupo”, il cui protagonista è il sovrintendente, poi ispettore, Coliandro, ha contattato lo scrittore per mostrargli il suo apprezzamento verso il romanzo, e per proporgli di realizzarne un adattamento televisivo. Nel 2003 è così partita la realizzazione di un film per la televisione omonimo basato sul romanzo, prodotto da Dazzi e dalla Rai, sceneggiato da Lucarelli e diretto dai Manetti Bros. Dopo questo film TV, la Rai diede il via libera alla produzione di una serie televisiva completa sulle avventure dell'ispettore, realizzata dallo stesso team di produttori, sceneggiatori e registi. Peccato che poi qualcosa non funziona più, il meccanismo si inceppa e Coliandro va in panchina.

Il pubblico però non si è mai arreso e oggi a distanza di sei anni premia questo ritorno in Tv con ascolti molto alti per Rai Due. La prima puntata è stata vista da 3.253.000 spettatori pari al 12,65% di share. Il successo di Coliandro risiede proprio nella sceneggiatura, nei tratti che lo stesso Lucarelli ha dato al personaggio. Il non sense di certi atteggiamenti, l’utilizzo dei pensieri dell’ispettore come chiave di volta per strappare un sorriso. La risoluzione dei casi quasi per fortuna e senza una vera e propria logica. E poi c’è Bologna che fa da sfondo alle vicende dell'ispettore: la città e il suo hinterland sono infatti al centro dei gialli metropolitani raccontati in ogni episodio, i quali affrontano ognuno una diversa problematica della realtà urbana locale a dimostrazione che anche Coliandro ha un suo senso.


Lucarelli stesso ha affermato che: “Coliandro ‘è venuto fuori’ per raccontare una sorta di metropoli che non esiste, come la sua Bologna, che ha delle connotazioni molto noir. È uno di quei personaggi che serve a raccontare la società in trasformazione di oggi, è un personaggio che vive per la strada, che vive anche tutti i pregiudizi che ci sono verso la contemporaneità ed è in grado di far vedere dove i luoghi comuni siano tali oppure dove corrispondano alla realtà. È un personaggio molto vivo, che si fa passare addosso tutto quello che succede e quindi può servire a raccontare molte cose”. Siamo lontani anni luce dalla polizia, dalle forze dell’ordine raccontate in Tv in fiction come Don Matteo, Squadra Antimafia, Il commissario Montalbano, per citarne alcuni. Coliandro è fuori dal coro, non ha regole, racconta un lato della Polizia che si discosta dal mito che la televisione le ha affibbiato. Forse è proprio questo il motivo di tanta riluttanza nei suoi confronti, perché a volte è meglio rendere un’istituzione intoccabile piuttosto che analizzarne le pecche e le falle.

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