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Ma la vera rivelazione di questi “85esimi Academy Awards” è “Vita di Pi”.


Il film Argo spaccatuttoIl pronostico è stato per la maggior parte azzeccato: “Argo” ha vinto nella categoria miglior film, montaggio e sceneggiatura non originale. Questa edizione ha celebrato l’epopea americana, la sua storia e i suoi protagonisti. “Lincoln” con il suo immenso Daniel Day Lewis, si è portato a casa il premio come miglior attore (il terzo della sua carriera) per il minuzioso ritratto del Presidente che ha abolito la schiavitù, e quello per la miglior scenografia.

E sempre nella medesima tematica, “Django Unchained” ha conquistato il premio per il miglior non protagonista (ancora una volta il bravissimo Christoph Waltz) e per la miglior sceneggiatura originale (a Tarantino, come nel ’95 per “Pulp Fiction”). “Amour” è stato incoronato miglior film straniero, ma la magnifica Emmanuelle Riva (data per favorita) è stata surclassata dalla giovane Jennifer Lawrence, per la sua intepretazione di ragazza bipolare in “Il lato positivo”.

Tre statuette per “Les Miserables”: migliore attrice non protagonista (Anne Hathaway), miglior sonoro e miglior trucco. “Vita di Pi” è stato appunto la rivelazione di questa annata conquistando 4 oscar prettamente tecnici (fotografia, effetti speciali e colonna sonora), di cui uno abbastanza pesante: la regia ad Ang Lee, soffiata a Spielberg (che sembrava il favorito).

Scontatissimo invece il premio ad Adele per la canzone dello 007 “Skyfall”, ormai diventata un successone mondiale. Sempre l’ultimo Bond ha trionfato in ex aequo con “Zero Dark Thirty” per il miglior montaggio sonoro. L’unico italiano in concorso era Dario Marianelli per la colonna sonora di “Anna Karenina”, vincitore comunque per i migliori costumi.

Tra le categorie  minori, da segnalare gli oscar per il miglior documentario “Searching for Sugar Men” il miglior corto documentario “Inocente” surclassando “Open Heart” sull’attività in Sudan di Emergency, infatti Gino Strada era presente in platea, e non ha potuto ritirare l’ambito riconoscimento.

Miglior cortometraggio è risultato “Curfew”, e miglior cortometraggio animato il dolcissimo “Paperman” della disney, proiettato nelle sale prima dell’inizio di “Ralph Spaccatutto” e divenuto un cult in rete.  Questa edizione della notte degli oscar ha celebrato gli eroi della storia americana, anche se “Argo” è risultato più avvincente (alimentando in parte un sentimento anti Iran) dell’accademico e formale “Lincoln” che ha solo confermato la dedizione e bravura di Daniel Day Lewis, capace di calarsi nel ruolo e risultare più credibile del personaggio stesso che va ad interpretare.

Se devo dare un mio parere, è un peccato non aver visto almeno tra i nominati il bellissimo “Un sapore di ruggine ed ossa”, almeno tra le categorie di miglior attrice protagonista (Marion Cotillard) e miglior film straniero. Ma come si sa, agli Academy Awards, non sempre i vincitori sono risultati i migliori, e quindi non sempre sono garanzia di qualità, a differenza dei premi europei, che su molti aspetti sono decisamente più meritocratici.

 

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