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L'anno in corso ha presentato un’edizione di altissimo profilo artistico.


Chiude Cannes 66Dopo 12 giorni di grandissimo cinema, una Giura da sogno, composta tra gli altri da Steven Spielberg (presidente), Ang Lee, Nicole Kidman, Christoph Waltz, Lynne Ramsay, Vidya Balan, Naomi Kawakase e Christian Mungiu, ha deciso di assegnare la Palma d’Oro al regista tunisino Abdellatif Kechicke (già autore di “Cous Cous”) per “La Vie d’Adele – Part 1 & 2” una tenera storia d’amore lesbo (l’amore è sempre amore a qualsiasi latitudine) interpretata dalle straordinarie Lea Seydoux e Adèle Exarchopoulos.

Lo stesso Spielberg ha dichiarato: “Questo film è una grande storia d’amore, e per noi – come spettatori – è un privilegio vederla nascere e tramontare, assisterla in ogni dettaglio. Come giurati siamo rimasti stregati da queste attrici formidabili, e il fatto che negli Stati Uniti potrebbe essere censurato, non poteva né doveva diventare un criterio del nostro giudizio. Al contrario, spero che questa pellicola possa esser vista ovunque e se uscisse nel mio Paese che abbia molto successo!”.

Fra gli attori premiati, Bruce Dern per “Nebraska” di Alexander Payne e Berenice Bejo per “Le Passè” di Asghar Farhadi, vincitore nel 2013 dell’oscar per “Una separazione” come miglior film straniero. Nicolas Winding Refn, già vincitore nel 2011 sulla Croisette del premio alla regia per “Drive”, stavolta ha ricevuto alcuni fischi per lo strano e psichedelico “Solo Dio perdona” (sempre con Gosling), ambientato in una Thailandia criminale e ultraviolenta.

Il Grand Prix è stato assegnato a “Inside Llewin Davies” dei Fratelli Coen, ritirato dal suo protagonista, Oscar Isaac. “Like Father, Like Son” del giapponese Hirozaku, ha avuto il Premio della Giuria, mentre al messicano Amat Escalante è stata riconosciuta la regia per il duro “Heli”. Se il film di Sorrentino “La grande bellezza” è stato snobbato (non per forza il suo nome deve essere a tutti i costi sinonimo di riconoscimenti), il corto “37 4s” di Adriano Valerio ha ricevuto una menzione speciale, mentre “Salvo” di Antonio Piazza e Fabio Grassadonia ha vinto il Grand Prix de la Semaine de la Critique e il Premio come Film Rivelazione della Semaine, così come “Miele” di Valeria Golino ha ricevuto la Menzione Speciale della Giuria Ecumenica.

E’ stata un’edizione difficile (ma dalla fortissima risonanza mediatica), bagnata perennemente dalla pioggia, ma con pellicole altamente spettacolari dal punto di vista autoriale. Un cinema classico che è tornato a rendere grande la Croisette e la settima arte.

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