Sotto Copertura, Questo è il mio paese, Lea: le fiction che oggi parlano della mafia e di fatti realmente accaduti, senza la paura della retorica, ma con l’intento di raccontare solo la verità.
Oggi vorrei catturare l’attenzione dei lettori analizzando un fenomeno particolare che si sta verificando all’interno della televisione italiana. In passato il primato delle fiction il cui tema principale era la mafia, la camorra, in modo sicuramente più edulcorato, lo deteneva Mediaset, con fiction come Squadra antimafia. Rai tre in un passato abbastanza remoto, aveva fatto scendere in campo uno spin-off de la Squadra con La Spaccanapoli dove veniva trattato il tema in modo profondo e senza sconti per nessuno. Da qualche settima a questa parte però Rai Uno ha aperto le sue porte, in modo più decisivo, ad un genere televisivo diverso dal solito. La rai ha abituato il suo pubblico a fiction familiari, commedie leggere, al più con un pizzico di giallo, o a volte troppo zuccherose e surreali.
Questa volta invece la fiction targata Rai si apre al verosimile, in alcuni casi anche alla vera e propria realtà. Un esempio lo porta la fiction Sotto Copertura che ha raccontato con dovizia di particolari la caccia, la cattura e l’arresto del boss del clan dei casalesi, Antonio Iovine, ad opera della Squadra Mobile di Napoli dopo una latitanza di quasi quindici anni. Un racconto vero di fatti veri. Una fiction che ha raccolto davanti alla televisione un numero di telespettatori che non si vedeva da molto tempo. Un applauso corale che ha portato la Lux Vide a pensare ad una seconda stagione che racconterà invece la cattura di un altro Boss, Zagaria. Sotto copertura non è l’unica fiction di cui voglio parlarvi oggi. Un altro prodotto ben fatto, in onda il lunedì e a volte anche il martedì alle 21.10 su RaiUno, con attori preparati e in grado di far arrivare emozioni, è Questa è la mia terra. Dove la terra in questione è Calura, un paesino del sud, chiuso fra il mare e le montagne. È qui che Anna, la protagonista interpretata da Violante Placido, è nata. Ed è qui che ritorna a vivere, per seguire il marito Lorenzo, ingegnere recentemente trasferito a lavorare al cantiere di costruzione di un nuovo terminal portuale. Insieme a loro ci sono i figli Chiara, Nino e Caterina, non propriamente entusiasti di lasciare Roma per ritrovarsi a vivere in questo angolo sperduto di Italia.
A Calura Anna ha accettato di dare una mano alla sua storica amica Emilia, sindaco del paese, diventando sua vice e 
assessore al bilancio della giunta. Ma al di là del lavoro, immergersi nella vita quotidiana di Calura significa per lei riprendere in mano il proprio passato esattamente là dove l’aveva lasciato vent’anni prima. Aveva 18 anni quando la sua amica Lucia scomparve nel nulla. Da quel giorno nessuno l'ha più vista e Anna non riesce a togliersi dalla testa che forse, se fosse arrivata in tempo, avrebbe potuto salvarla. E poi c'è Corrado, il suo grande amore di quell’epoca, che, subito dopo quell’evento tragico, lasciò Anna senza nessuna spiegazione, spezzandole il cuore. Furono proprio questi due avvenimenti dolorosi a convincere la giovane Anna a tagliare i ponti con Calura una volta per tutte. Almeno fino a oggi quando Anna si troverà a dover prendere il posto della sua migliore amica, divenendo così lei stessa il sindaco di Calura. Ed ecco che si ritrova tra le mani la delicata gestione del comune di Calura, costretta a scontrarsi ogni giorno con l’ostracismo di un’opposizione che non aspetta altro che sbandierare ai quattro venti il suo primo passo falso e a districarsi con il vero Potere, quello familistico e mafioso che, al Sud più che in qualunque altra parte di Italia, da tempo immemore ha in mano le sorti della collettività.
Un percorso a ostacoli in cui Anna, nonostante la poca esperienza politica, saprà destreggiarsi grazie alla sua incrollabile fiducia nella giustizia e alla sua contagiosa capacità di parlare alle persone, di renderle partecipi di una comunità e di un sogno. Un percorso che le permetterà di ricucire le ferite del proprio passato, ma anche di costruire per il suo paese un futuro più luminoso. Il racconto di una donna tra le donne, con la forza, il coraggio, la caparbietà è la profonda convinzione che un paese si possa e si debba governare con onestà e pulizia, con passione, con amore e solo in funzione del bene comune. Sono fiction come questa, come Sotto Copertura, ma anche come il film di Marco Tullio Giordana, Lea, in onda mercoledì 18 novembre sempre su Rai Uno, che sono state in grado di portare alla luce determinati temi con un’attenzione e una cura magistrali. Se sotto copertura ha raccontato una cattura realmente avvenuta e Questo è il mio paese disegna una realistica risposta legale alla mafia, Lea narra la storia di Lea Garofalo, testimone di giustizia uccisa nel 2009 dal proprio compagno, colpevole di aver deciso di ribellarsi e non piegarsi alla cultura della mafia. Realtà e realismo accomunati dalla voglia di raccontare la verità, senza edulcorazioni. Di raccontare il nostro paese, nel bene e nel male. Indignandosi quando necessario, ma anche sentendosi orgogliosi quanto questo racconto ce lo permette. Una scelta che il pubblico ha premiato e continua a premiare.
L'approfondimento in trasmissione lunedì dalle 21.30 visibile dalla Home page del nostro giornale e su ( https://www.youtube.com/user/ilTitoloit )
