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La striscia quotidiana parte bene, raccoglie consensi e riunisce le famiglie, in attesa del vero Rischiatutto 2.0.


Quasi Quasi rischiatutto: ritorna l’allegria in TvÈ iniziato due settimane fa circa il lungo viaggio che traghetterà i telespettatori fino al 21 e 22 aprile dove su Rai Uno andranno in onda le prime due puntate, possiamo dire pilota, del Rischiatutto 2.0 di Fabio Fazio. Un’avventura partita il 14 febbraio con una puntata lancio, subito dopo Che tempo che fa, della striscia quotidiana Quasi Quasi rischiatutto – Prova pulsante, che sta proseguendo ogni giorno dalle 20.30 alle 20.40 sempre su Rai Tre, dal lunedì al venerdì. Si trattìa di un montaggio eseguito a regola d’arte, dal regista Duccio Forzano, dei provini che nei mesi scorsi si sono svolti tra Milano, precisamente l’auditorium della Rai di Corso Sempione e Roma nella sala degli Arazzi di Viale Mazzini. A giudicare: Fabio Fazio e Ludovico Peregrini, il celebre signor No degli anni ‘70. Accanto a loro una giuria di esperti composta da volti noti e professori universitari, i quali sono chiamati a sottoporre i candidati alle domande più disparate, dalla storia alla geografia, dalla letteratura alla musica, passando ovviamente per la materia sulla quale il concorrente dice di essersi preparato. Più di 1600 aspiranti concorrenti che si sono ridotti a 200, ma che diminuiranno ancora prima dell’autunno, quando andrà in onda il vero Rischiatutto per 10 serate sulla terza rete.

Strutturato un po’ come se fosse un mini talent, l’idea è quella, Quasi Quasi rischiatutto piace, riscuote consensi, viaggia su una media del 9% circa di Share, e per una volta anche i commenti sul web sono pressoché tutti positivi. L’esperimento sta dunque funzionando. 10 minuti al giorno di risate assicurate tra gli strafalcioni, l’emozione, la sorpresa dei concorrenti e anche l’ironia di Fabio Fazio, sdrammatizzatore delle situazioni anche più imbarazzanti, che riesce a strappare sempre più che un sorriso e a volte qualche suggerimento. Quasi quasi rischiatutto cattura il pubblico, che si immedesima nel personaggio di turno, che torna un po’ dietro ai banchi di scuola, quando la maestra interrogava e il povero alunno non sapeva nulla. È un prodotto che regala un po’ di quella Allegria che ha accompagnato Mike per tutta la sua carriera televisiva e la vita privata, un ottimo modo dunque per ricordarlo.


La squadra di Rischiatutto 2.0 è riuscita a costruire uno spettacolo nello spettacolo, a unire modernità e passato in un connubio perfetto, e il risultato è quello che vediamo: 10 minuti al giorno che volano, non annoiano anzi, il pubblico si chiede perché duri così poco. Perché ci si diverte, si ride, si scherza con semplicità e senza grosse pretese se non quella di far conoscere il dietro le quinte di un programma. Quello che verrà dopo, ad aprile e poi in autunno, non sarà più ovviamente il Rischiatutto di una volta, sono cambiati i tempi, le materie sulle quali i concorrenti si preparano, è cambiato il contesto sociale, quella che rimarrà invariata sarà però l’intelaiatura del quiz, le basi, le fondamenta. Quello che è certo è che Quasi Quasi Rischiatutto oggi, e Rischiatutto 2.0 domani li possiamo definire un “reality pop”, dove pop sta per popolare una parola che tanti usano, ma a cui pochi sanno dare il giusto significato. Fazio e il suo gruppo di lavoro ci sono riusciti.

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