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Un mestiere affascinante quanto complicato quello dei comici, tra programmi che cercano di lanciare nuovi volti e i personaggi storici come Crozza e Littizzetto, quanto ridiamo ancora grazie alla televisione?


La Comicità e la satira in crisi?Uno dei mestieri più difficili, all’interno della Tv, è indubbiamente quello del comico. Il dover essere sempre sintonizzati con il mondo esterno, il dover trovare necessariamente la battuta giusta al momento giusto. Il dover far ridere in ogni caso, anche quando vicende personali impedirebbero a chiunque di fare il clown per mestiere, sono tutti elementi che rendono la comicità estremamente complessa. In passato la Televisione era piena di risate, c’erano programmi interamente dedicati ad esse. Oggi i comici, quelli veri, quelli in gradi di pungere, di fare satira ed uscirne indenni sono davvero pochi. C’è Maurizio Crozza con i suoi personaggi, così come la bravissima Virginia Raffaele, come dimenticare le sue performance a Sanremo.

Proprio a Sanremo, in questi anni abbiamo visto esibirsi grandi comici che però, molto spesso, ne sono usciti con le ossa rotte. Colpa della troppa politica, dice qualcuno, oppure delle poche cose da dire e dei testi usati e riusati, sostiene qualcun altro. La verità però è una sola, ad oggi fare satira, o semplicemente far ridere, è diventato estremamente complicato, quasi impossibile. Ci prova Luciana Littizzetto ogni domenica su Rai Tre, ma ogni volta che lo fa arrivano spesso insulti e querele, addirittura su argomenti impensabili. La gente è incattivita, se la prende per motivi futili e ha dimenticato che cosa voglia dire ridere e che la comicità non può essere politically correct.

E allora ecco che ci si butta sulle imitazioni, ma anche qui attenzione, perché il soggetto preso di mira, può offendersi, può ritenere lesa la sua immagine. Insomma la comicità in Tv sta soffrendo e probabilmente non tanto per mancanza di idee quanto per colpa di noi telespettatori. Forse è anche per questo che Diego Abatantuono si è rimesso in gioco, provando a sperimentare un nuovo format televisivo in onda su La7 il giovedì sera in prima serata, Eccezionale Veramente, titolo che richiama l’omonimo suo film. Eccezionale veramente prevede la partecipazione di giovani comici che vengono giudicati da una giuria composta dallo stesso Abatantuono insieme a Selvaggia Lucarelli e Paolo Ruffini, più un giudice speciale diverso in ogni puntata. Nelle prime otto serate si sono svolte le selezioni mentre nelle rimanenti quattro si svolgeranno le tre semifinali e la finalissima prevista per il 2 giugno.


Gli aspiranti comici, divisi in due gruppi da 10 comici ognuna, si sfidano con delle performance della durata di tre minuti, nelle quali devono convincere i giudici delle loro capacità. Dopo il primo minuto, su richiesta di almeno due giudici, viene interrotta l'esibizione. Bastano due sì per superare il giudizio della giuria e approdare alla fase finale di ogni manche dove ogni giurato darà il proprio voto (da 1 a 10) alla performance. Il quarto giurato diventa decisivo nel momento in cui uno solo, tra i tre giurati fissi, dice sì al concorrente in gara. In questo caso, è il giudice speciale a dover decidere l'esito della votazione. Inoltre il quarto giurato può scegliere, nella fase finale del programma, di "ripescare" uno dei comici che si sono esibiti e portarlo in semifinale. Il vincitore del talent vince un contratto per il cinema e la tv con la Colorado Film. Un meccanismo simile a Italia’s Got Talent, e probabilmente questo non aiuta il format, con l’unica differenza che in questo caso i concorrenti si cimentano solo ed esclusivamente in prove di comicità. Un modo per cercare nel calderone degli artisti emergenti nuovi volti in grado di portare avanti quest’arte tanto bella, ma anche estremamente complicata. Basterà a risollevarne le sorti?

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