Lorenzo Cherubini infiamma il pubblico di Che tempo Che Fa e si improvvisa anche presentatore.
Scarpa elegante, giacca, gilet, camicia sbottonata e 48 anni di pura energia. Così si è presentato domenica sera Jovanotti a Che Tempo che fa. L’aria è frizzante, il pubblico scalpita e non si trattiene trasformando lo studio M1 di Via Mecenate in una vera e propria discoteca sulle note di Sabato, il primo singolo del nuovo album Lorenzo 2015 CC, grazie anche alla perfetta atmosfera creata ad arte dalla regia di Duccio Forzano che è stata in grado di catapultare tutti nel mood della febbre del sabato sera. Jovanotti non delude, anzi strabilia tutti quanti e si improvvisa persino conduttore, rubando sgabello ed occhiali a Fabio Fazio, al quale non resta che accomodarsi sulla poltrona bianca in attesa di riappropriarsi del suo ruolo, perché Jovanotti è così, nessuno lo può fermare, la sua allegria contagia tutti.
L’allegria di un uomo che non si prende troppo sul serio, che scherza anche sulla “Vecchiaia” confessando i suoi acciacchi e la vista che da vicino inizia a vacillare. E poi un’intervista che parte in modo sui generis, a ritmo di musica, trasformando il suo successo Tanto Tanto Tanto in una raffica di domande delle quali, ovviamente tutti sapevano già la risposta e che neanche a dirlo ha coinvolto ancora una volta il pubblico in studio. In questi venti minuti di pura allegria e follia però c’è spazio anche per tirare le fila del ultimo enorme capolavoro di Lorenzo, il suo album con ben 30 canzoni. Un lavoro al limite del esagerato, un insieme di canzoni che lo stesso Jovanotti ammette: “Ho faticato a mettere insieme, ho litigato per metterle insieme, ma poi una volta insieme non hanno litigato più. Questo disco mi ha tirato scemo”.
In effetti è proprio così, Lorenzo 2015 CC è un vortice all’interno del quale è stato messo di tutto, anche se la parte predominante rimane sempre una: l’amore, quello vissuto, quello infranto, ma pur sempre l’amore, contornato poi da altro, l’estate, il rock, la musica dance e poi il caos quel caos che fa davvero la differenza, che però riesce a mettere ordine in un disco così eterogeneo e che meglio rappresenta la personalità di Jovanotti. Altro elemento fondamentale che Fazio, durante l’intervista, sottolinea sono le citazioni di tanti poeti e cantautori che Jovanotti ha voluto inserire nei suoi testi: “Mi piace leggere poesia anche se i libri di poesia nel mercato occupano una fetta piccolissima, però sono i libri più importanti per me, ma l’ho scoperto tardi. La poesia è meravigliosa, quando leggi la grande poesia ha un suo ritmo anche lei”.
Jovanotti si esibisce ancora poi, sulle note di Immortali facendo reimmergere lo studio in uno stato di estasi primordiale. C’è tempo ancora per una scenetta tra lui e l’amico Fazio, una moto e un ciclomotore in studio e via si parte alla volta del suo nuovo tour che infiammerà l’Italia così come ha fatto scalpitare il pubblico di domenica sera. Jovanotti ha lavorato sul concetto di abbondanza in questo disco, sulla parola “Con”, in un periodo come il nostro in cui invece ci si incentra e concentra sempre più e forse troppo sul “senza” e ha fatto bene e probabilmente l’esempio migliore per avvalorare questa tesi sta proprio il lui. Un mondo senza Jovanotti non sarebbe lo stesso, con lui, invece, è davvero tutta un’altra musica. Con lui è sempre festa e non solo il Sabato.
