Ascolti altissimi per il concerto evento in due serate di Baglioni e Morandi. Il segreto? Umiltà, grandi canzoni, voglia di fare bene e una regia impeccabile.
Chi sono per voi i capitani coraggiosi? Questa è stata la domanda che Claudio Baglioni e Gianni Morandi hanno rivolto ai loro otto ospiti, Geppi Cucciari, Neri Marcorè, Fedez, J-Ax, Fabio Fazio, Luciana Littizzetto, Emma ed Elisa, nel corso dei due memorabili concerti trasmessi su Rai Uno martedì 6 e mercoledì 7 ottobre. Ognuno di loro ha dato la sua versione, ha detto ciò che pensava. Ha portato un momento di serietà all’interno di un vero e proprio varietà, sebbene sul web, luogo dove tutto è concesso perché ci si maschera dietro ad un account, a un profilo a volte falso, e si è liberi di fare ciò che si vuole perché si è senza filtri, se ne sono dette di tutti i colori ai poveri malcapitati, perché non si concepisce che uno show possa avere anche dei contenuti seri.
Molto spesso le belle parole non vengono comprese, a volte vengono criticate solo perché pronunciate da determinate persone. A volte si punta il dito prima ancora che queste abbiano iniziato a parlare. Questo può scoraggiare, può rattristare, ma c'è una cosa che le malelingue non potranno mai distruggere, la commozione e la riflessione che si genera nella gente vera con la parola giusta, il sorriso perfetto, gli occhi più luminosi e la voglia di dire ciò che si pensa senza curarsi troppo di chi non vuol capire. Perché se si vuole le parole possono essere potenti. Capitani Coraggiosi però è stato un vero e proprio evento a trecentosessanta gradi, un momento in cui le case degli italiani si sono riempite di suoni, luci e colori. Le canzoni del passato sono tornate ad essere presenti, a far commuovere o a far cantare a squarciagola chi con questi pezzi è cresciuto, ma non solo.
Morandi e Baglioni hanno dimostrato che la musica, quella vera, quella bella, può unire i cuori, può rendere magica una serata, può far ritrovare gli amici, sebbene a distanza, a goderne insieme. Una menzione speciale va alla regia di Duccio Forzano che in queste due serate ha saputo cogliere ogni attimo e come sempre a saputo dar vita alle parole, fondendo le immagini con i suoni in un connubio perfetto, regalando al pubblico da casa uno spettacolo nello spettacolo e facendo rimpiangere quasi per nulla, il fatto di non essere lì al foro italico. Il successo di queste due serate è stato dato, indubbiamente, anche da due protagonisti che con umiltà e coraggio, per l’appunto, hanno fuso le loro carriere, hanno condiviso un palco solo e diviso gli applausi e le standing ovation a dimostrazione che la competizione, a volte, si può azzerare. Essere coraggiosi cosa vuol dire dunque? Essere se stessi e basta, perché ovunque si andrà ci sarà sempre qualcuno che ti abbraccerà e ti dirà grazie perché ci sei, grazie per ciò che fai e per come sei. Complimenti ai nostri capitani coraggiosi, nella speranza che serate come quelle passate possano essere replicate. Anche questo è fare una buona televisione.
