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Il 2 febbraio si è conclusa l'esposizione dell'opera creata dal'artista greco al Salone degli incanti di Trieste che dimostra la storia, il presente e il futuro della città.


Kounellis e lo spirito di TriesteL'installazione di Jannis Kounellis al Salone degli incanti, ex pescheria di Trieste dal titolo Kounellis Trieste curata da Davide Sarchioni e Marco Lorenzetti è un esempio chiaro e comprensibile di come l'arte sia in grado di parlare un linguaggio universale soprattutto quando si avvicina alla storia. All'ex pescheria, luogo sospeso tra terra e mare, in cui fino al 1999, anno della chiusura, gli abitanti di Trieste hanno potuto ammirare e gustare i prodotti del mare, l'artista greco ha realizzato un'opera che comprende quasi tutto lo spazio della struttura.

Al centro ha posto due file di 19 banchi di pietra, utilizzati un tempo per collocare e mostrare il pescato, su cui Kounellis ha sistemato alcuni relitti di piccoli e medi pescherecci che ora, dopo il loro affondo, sono solo ruderi distrutti dall'azione del mare e del tempo. Ha, inoltre, legato alle arcate superiori del salone otto file di funi, intrecciate con pietre di diversa forma che aleggiano sopra i resti delle imbarcazioni, mentre circa a metà della lunghezza dei banchi sono disposte alcune file di sedie coperte da drappi neri.

Attraverso pochi elementi visivi, quindi, Kounellis ha così raccolto e dimostrato la poetica di Trieste, basata sul profondo legame con il mare, in particolare ponendo il risalto l'aspetto funebre, tragico, immortale di questo rapporto. Questa installazione, infatti, è una commemorazione silenziosa e inerme dello sforzo e della lotta dell'uomo contro la natura e contro il mare per coglierne i prodotti, elemento basilare dello sviluppo sociale ed economico della città. L'elemento seriale della file di sedie, come dei filari di funi e dei banchi posti l'uno dopo l'altro, rimanda al perdurare dell'azione nella memoria all'interno di un luogo da intendersi quasi come un tempio atto alla celebrazione del ricordo.Kounellis e lo spirito di Trieste

L'interno dell'edificio, infatti, appare a chi osserva sospeso in uno stato contemplativo, di riflessione profonda, isolato acusticamente. Kounellis ha, così, immobilizzato l'ex pescheria in un anestetico stato, attraverso la ferma rigidità delle pietre, la solidità delle funi sospese come fili a piombo, e i banchi su cui è posata la storia passata. L'istallazione triestina, così, è consegnata all'imperitura memoria.

In ciò risiede il valore di tutta quest'opera. Senza l'uso di metafore o simbolismi, l'artista ha spiegato la città, anche a chi non la conosce, e ha consegnato ai triestini i valori su cui fondare il loro futuro. L'arte, quindi, appare al servizio dell'uomo come canale capace di conferire delle basi storiche e morali per il futuro. Questo è l'insegnamento più efficacie dell'installazione di Kounellis al Salone degli incanti di Trieste.

Crediti foto: photos©M Baboussis

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