Il prossimo giovedì 28 novembre alle ore 18, presso la Paola Meliga Galleria d’Arte a Torino, sarà inaugurata la personale fotografica di Edoardo Miola, dal titolo: “Petit Royame: Mustang-Nepal - Fotografie di un viaggio d’autore in piccolo formato”.
I curatori della mostra ci spiegano che in questa sua edizione, presso gli spazi della Galleria, l'artista genovese presenta una serie di nuovi lavori, che constano di fotografie scattate in occasione di un viaggio a scopo umanitario nel Mustang. Un lavoro particolare nel suo aspetto: le fotografie sono state stampate in piccolo formato per un differente modo di osservare ed apprezzare gli scatti in un formato ‘intimo’. In mostra ci saranno una ventina di immagini, per lo più ritratti, con dei ‘camei’ rappresentanti i panorami di quel magnifico luogo lontano. Volutamente tutte le fotografie dei ritratti sono in color ‘seppiato’ per dar così allo spettatore un incanto di ‘antico’ e di prezioso mentre la scelta sui panorami è caduta nel cromatico.
Per entrate ancora di più nel merito di questa esposizione riportiamo le stesse parole dell’artista: "Mi piace incontrare le persone durante il mio cammino, ascoltarle anche solo a gesti, interagire con loro, scherzare e ridere. Magicamente in quel momento mi viene offerto il loro sguardo, la loro anima. Trovo che non ci sia nulla di più bello che portarla con me, gelosamente custodita nella mia macchina fotografica. Sono sincronismi, scambi, che rendono il mio lavoro assolutamente a me irrinunciabile". Molto interessante è anche quello che dicono di lui i critici che lo conoscono da anni e che ci fanno avvicinare meglio al suo mondo creativo.
Miola è uno straight photographer. La straight photography ("fotografia diretta") è un movimento fotografico che si propone di riprodurre in maniera obiettiva la realtà senza l'ausilio di alcuna implementazione tecnica. Nacque nella prima metà del Novecento in risposta alla corrente del pittorialismo ed ebbe il suo centro nevralgico negli Stati Uniti, in relazione alla diffusione della fotografia documentaria.
Il messaggio della straight photography è netto: qualunque cosa in grado di alterare la fotografia rende automaticamente meno puro lo scatto e, quindi, meno vero. Tutte le opere – in questo formato - sono in edizioni di tre copie, allo scopo di preservare la qualità del progetto. Il lavoro di Miola e, soprattutto questo viaggio artistico che ci apprestiamo ad osservare, è affascinante anche perché ci fa conoscere un territorio lontano da noi e quindi motivo di grande accrescimento culturale. Come si apprende sempre dai curatori, relativamente al luogo, questi è rimasto ufficialmente chiuso per molti anni (ancora oggi l'accesso è consentito solo con un costoso visto a tempo limitato), il Mustang, per caratteri, religione e cultura, è una parte del Tibet in Nepal. Circondato dalla catena dell'Annapurna, che ne sorveglia l'intero territorio con le sue cime a quasi 8000 metri, cuore del Mustang e capitale è Lo Manthang, dove si trova il Palazzo Reale.
La città, cinta da alte mura, è l'unico esempio ancora esistente al mondo di agglomerato urbano medioevale del tutto integro. L'area è situata in quota, tra i 2500 ed i 4500 metri, con profondi canyons scavati dai numerosi fiumi e torrenti che confluiscono tutti nella Kali Gandaki. Villaggi composti da fattorie che si dedicano all'agricoltura e caratteristici "gompa" sono situati qua e là sui versanti delle colline, facendo del Mustang una destinazione estremamente interessante dal punto di vista culturale e religioso. Gli abitanti, dal carattere aperto ed amichevole, danno volentieri ospitalità, qualità che abbinano alla loro grande intraprendenza che li porta ad essere buoni uomini d'affari.
Durante i rigidi inverni i giovani spesso si spingono verso l'India, in qualità di mercanti, lasciando a casa solo gli anziani, i bambini e le donne. Concludiamo col conoscere meglio qualcosa dell’artista. Genovese classe ’56 si definisce navigatore, viaggiatore da sempre, e privilegia l'avventura ad ogni altro genere di turismo. Dopo aver visitato l'intera Europa, nel 1974 compie il suo primo viaggio in Asia, Iran, Afghanistan. Dedica ampio spazio alla documentazione del Sud dell'Africa e di ampie aree del Sud America. Da diverso tempo trascorre, ogni anno, alcuni mesi nell'area Australe dell'Africa dove raccoglie immagini a sfondo sociale e naturalistico.
Legato da sempre al mare, ha svolto attività subacquea e velica. Nel 2007, con il suo amico Massimo Cappon, segue Thich Nhat Hanh durante il suo ritorno in Vietnam dopo quasi 40 anni di esilio in Francia. Assegna al viaggio la più ampia valenza terapeutica e riesce a stabilire un ottimo contatto con le popolazioni che incontra, nella sua continua ricerca delle “anime del mondo”. Una occasione, dunque, da non perdere dove fotografia, arte, e magia del viaggio si fondono insieme e che non mancherà di affascinare e per chi volesse provare queste sensazioni, ricordiamo che la mostra sarà visitabile dal 28 novembre al 18 gennaio 2014, alla Paola Meliga Galleria d’Arte in Via Maria Vittoria 46 a Torino.