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Hangar Bicocca ha proposto un approfondimento sull'opera On Space Time Foam dell'artista ispanico che è stata l'occasione, anche, per proporre una nuova idea di arte.


Un incontro oltre l'arte di Tomás SaracenoNon è corretto definire le idee e le creazioni di Tomás Saraceno visionarie, utopiche, fantasiose, idealiste. Esse sono concrete, reali e in relazione con il mondo contemporaneo. Lo scorso 31 gennaio presso Hangar Bicocca si è svolta la conferenza/conversazione On Space Time Foam, in occasione del periodo di esposizione dell'opera omonima di Saraceno appunto. Insieme all'artista sono intervenuti Joseph Grima, Bruno Latour, Molly Nesbit e Andrea Lissoni in qualità di moderatore.

Questa variegata composizione di relatori, Latour è un antropologo, Grima è il direttore di Domus e grande esperto e studioso di design e architettura, Nesby è una critica e storia dell'arte, ha rappresentato il valore principale della discussione in quanto tutti insieme hanno proposto un'idea dell'arte da un punto di vista esterno, basato sull'analisi di aspetti nuovi e diversi.

Bruno Latour ha infatti, proposto degli interessanti spunti di analisi in relazione al concetto di interazione tra l'uomo e l'opera con cui interpretare l'installazione. Le grandi bolle di plastica gonfiate ad aria calda su cui il visitatore cammina nell'installazione On Space Time Foam creano nell'uomo il desiderio di dominio dell'opera, di viverla insieme a chi condivide lo superficie con lui. Questo spazio reale creato dall'artista, in questo modo, diventa una comunità, una zona globale in cui vige l'autoregolamentazione. Saraceno, secondo Latour, ha creato un'opera “cloud specific” ossia un territorio esterno al mondo conosciuto in cui l'uomo ha la possibilità di scegliere come viverlo, di auto regolamentarsi.

Saraceno affermando che sarebbe preferibile non spiegare le regole di comportamento al pubblico prima che essi possano salire sull'installazione, in modo tale che le possano comprendere autonomamente, riappropriandosi, così, del proprio modo di pensare e formulare delle regole. Un incontro oltre l'arte di Tomás Saraceno
Questo rappresenta lo spunto più interessante della conferenza in quanto propone una visione di On Space Time Foam che supera il concetto di creazione artistica per avvicinarla a una realtà, a un progetto concreto di comunità realizzabile.

L'intervento di Grima evolve maggiormente questo spunto. L'installazione di Tomás è una costruzione, una scena per comprendere l'uomo. È una piattaforma per una critica all'oggi, al suo individualismo digitale che avvicina, attraverso i pieni e vuoti creati dall'aria, le persone tra loro. Grima, inoltre, riprende il concetto di "cloud specific" cioè dell'opera che crea una società senza struttura, senza frontiere, senza vincoli evidenti, ma da scoprire; è un'esperienza di costruzione sociale da basso verso l'alto. Seguendo la discussione emerge, inoltre, come alla base di questi spunti di analisi ci sono i concetti di spazio e idea.

On Space Time Foam, quindi, nasce da una struttura predefinita, il cubo, ma lo trascende per realizzare un luogo esterno a tutto, anche grazie alla particolarità di poter essere vissuta esternamente e internamente, come afferma Latour (infatti dal basso si possono osservare le persone sopra la struttura). Soprattutto, però, l'installazione di Saraceno è un'idea.

Su ciò Molly Nesby articola il suo intervento. Partendo da Duchamp, analizza come l'intuizione si trasformi in intenzione e poi in attuazione attraverso l'intervento del pubblico che con i sensi ne conferiscono una propria interpretazione. L'idea prende forma in uno spazio attraverso la capacità sensoriale di chi ne usufruisce. Alla fine della relazione di tutti i relatori si comprende come On Space Time Foam sia un luogo concettuale attuale e critico verso l'oggi che conferisce una nuova speranza sociale concreta e attuabile.

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