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Prosegue a pieno ritmo la programmazione artistica della conosciuta galleria d’arte bolognese che vede per il prossimo sabato 15 novembre 2014 alle ore 18.00 presso le loro sale di Via San Felice 18, l’inaugurazione di quattro mostre personali che avranno come protagonisti Ruth Helena Fisher, Angelo Conte, Giovanni Pagliariello, Nicola Focci.


Per conoscere meglio gli artisti ed il loro percorso creativo, ci affidiamo alle parole della critica d’arte Denitza Nedkova: Ruth Helena Fischer ci offre figure stravolte dal colore, sagome cancellate dalla mano dell’artista che decide di liberare la materia, di darle valore assoluto. Quest’ultima diventa onnivora, irrequieta perchè sempre affamata, devastante. La tela non serve più per contenere l’esercizio astratto, ma diventa il “trampolino” per un salto nel reale del materiale immaginario. L’emozione che si prova davanti ai lavori di Fischer è dovuta a un timore dall’incontro con un qualcosa di irreale, estratto dal nostro mondo, che, però, ha la forza di invaderlo e colpirci con un’ onda viscerale. Allora ci accorgiamo che l’effetto subito davanti ai lavori dell’artista non è altro che lo stravolgimento effettivo di un’ emozione forte. Ci si trova, a questo punto, davanti a un effetto ossimorico, prodotto dall’accostamento dalle nozioni “astratto” e “realtà”. La domanda sorge spontanea: Di che realtà si tratta? Domanda che l’opera d’arte ha da sempre posto e alla quale cerca da sempre di rispondere.

Le opere di Angelo Conte sono autentiche ricostruzioni di fantasie “reali” o, meglio, composte da tasselli di vita reale, travolta dall’inconscio umano. Oggetti, persone, paesaggi formalmente riconoscibili si combinano in paradossi visionari, assurdi ma familiari. L’occhio si abbandona alla gradevole policromia, mentre la mente cerca di estrapolare un legame di senso tra le immagini. La parola è sillabata, la narrazione è frammentata e gli elementi si offrono agli occhi dello spettatore pronti a compiere una interpretazione sempre nuova. L’artista non teme la “versatilità” della sua arte ed è consapevole che quanto più è carente di verosimile tanto più è accattivante. L’immagine primaria, quella data dall’artista rimane la conditio sine que non per ogni nostra nuova fantasia.

L’incontro con la pittura di Giovanni Pagliarello ci porta a dialogare con una visione formale degli ambienti, che, apparentemente, sembrano non figurativi ed evanescenti, ma invece sono caratteristiche reali del mondo artistico. I colori, come in ogni arte fantastica, assumono il ruolo di esseri e cose. La saturazione di più strati nello stesso capo d’azione produce un dinamismo latente, che si manifesta gradualmente nel corso del dialogo/osservazione dell’opera. Materiale eterogeneo, stile inafferrabile ma titoli chiari, circostanziali, quasi descritti ci fanno pensare a una figurazione concettuale, non di tipo simbolista, bensì liberale. La manualità antiumanistica rende visibile l’atto connaturato all’opera d’arte, conciliando forma e concetto. Non più di bello o di ben fatto si tratta, ma di un accadimento unico, esteticamente irripetibile.

Nicola Focci non vuole darci solo immagini. Non bastano per confessarsi. Allora ci parla, ci domanda, ci consiglia. Il suo mondo, iniziato in bianco e nero, ha conosciuto la policromia con la comunicazione, l’interazione. A Focci non ha interesse a concludere, a compiere l’oggetto artistico, ma a dialogare tramite la sua realizzazione manuale e mentale. L’artista è affascinato dal mondo, scioccato e incantato, instancabile esploratore, sempre impaziente a condividere. Per questo Focci è attentissimo nella ricerca della maniera più sincera di condivisione. Il racconto non basta, la parola è decifrabile, la fotografia non basta, essa deve avere le caratteristiche tonali della stampa fisica, per ottenere le medesime sensazioni sia visive sia tattili provati dal creativo nel tempo del suo lavoro.  È un’illusione che le foto si facciano con la macchina… si fanno con gli occhi, con il cuore, con la testa. (Henri Cartier-Bresson).

Concludiamo col dire che l’evento, presentato da Denitza Nedkova e curato da Deborah Petroni, sarà visitabile fino al 27 novembre 2014, con i seguenti orari Galleria dal mercoledì al sabato dalle 11.00 alle 19.00 con orario continuato: martedì e domenica dalle 15.00 alle 19.00 lunedì chiuso.

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