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“Terra Madre” è il nome della sua mostra personale, visitabile dal 4 al 9 settembre a Thiesi (SS); in questa occasione la Monne ci racconta della sua attività artistica.


Pina Monne: la muralista delle tradizioni sardeQuando era bambina Pina Monne in un quaderno aveva scritto “voglio diventare una pittrice”, oggi quella bambina è una delle più richieste e apprezzate muraliste, nonché pittrice e ceramista sarda. Il sogno si realizza nel 2001, quando decide di partecipare ad un concorso indetto dal comune di Tinnura nell’oristanese; si trattava della realizzazione di cinque murales legati alla storia e alle tradizioni del paese. Quel concorso lo vinse, e poté realizzare tutti e cinque i murales che da quella data contraddistinguono il piccolo paese di circa 280 abitanti.

Da quel momento la sua vita cambiò completamente, andò a vivere proprio a Tinnura, dove oggi ha sede il suo laboratorio ed in tredici anni ha realizzato circa cinquecento murales in trentacinque comuni della Sardegna. Pina Monne è un’artista autodidatta, ha sempre amato dipingere e lavorare la ceramica, ricorda che da bambina era affascinata dal vedere la madre lavorare la pasta del pane, era attratta dall’arte della modellazione degli oggetti. Dopo essersi diplomata all’Istituto magistrale, inizia ad insegnare in un asilo, ma non accantona la sua grande passione, resta legata alla pittura anche attraverso l’insegnamento di questa ai bambini dell’asilo. Tutto ciò fino al 2001, quando abbandona l’insegnamento e decide di fare della sua passione il suo mestiere.

Oggi Pina Monne è una delle figure più importanti e influenti dell’arte del muralismo in Sardegna, il quale ha una lunga tradizione, infatti i primi murales furono dipinti ad Orgosolo alla fine degli anni sessanta ed erano strettamente legati ai movimenti e alla contestazioni giovanili di quegli anni. La valenza che assumono, sia i murales sia i dipinti su tela di Pina è quella di una continua rievocazione delle tradizioni passate, di una continua riscoperta del proprio patrimonio culturale; cosi l’artista descrive la sua arte: “È bello circondarsi delle nostre tradizioni, non dimentichiamo ciò che siamo stati, la nostra storia. Noi siamo degli artisti, con i nostri murales vogliamo ridare identità ai muri deturpati dai cartelloni pubblicitari. Anche se si tratta di un arredo urbano, da qualcuno definito arte banale, è un arredo che trasmette attraverso un linguaggio universale, quello della pittura, che non ha bisogno di essere codificato. Tutto ciò lo facciamo sempre nel rispetto delle architetture e del paesaggio urbano. Pina Monne: la muralista delle tradizioni sarde

Amo fare murales perché in questo modo ho la possibilità di entrare in contatto con le persone e di conoscere le tradizioni di ciascun paese.” I suoi murales hanno contribuito a ridare “vita” a molti scorci di piccoli paesi sardi, spesso abbandonati al degrado; sono molti i comuni che hanno assunto un nuovo aspetto in seguito ai suoi interventi. Le sue opere raccontano storie di vita quotidiana di un passato ormai lontano, come il pastore di un tempo che produce il formaggio, il contadino circondato dai suoi “strumenti” di lavoro, asini, buoi o cavalli. Uomini dal volto segnato dal lavoro e dalla stanchezza, ma dagli occhi vivi, carichi di quella lucentezza che è propria di chi ha raggiunto l’età della saggezza. Ma soprattutto nei suoi murales vediamo rappresentate le donne con il loro tradizionale costume sardo ricco di dettagli, spesso dedite alle faccende quotidiane come la cura della casa o della famiglia, oppure donne che danzano o che pregano. Sono donne fiere, portatrici dei valori della tradizione sarda.

In questi tredici anni Pina Monne ha ricevuto numerosi incarichi: ha collaborato per tre anni con i detenuti del carcere di “Badu e Carros” di Nuoro, con i quali ha affrescato le pareti interne dell’istituto. Mentre ha realizzato un laboratorio di ceramica con i detenuti del carcere di Macomer, i quali hanno partecipato ad un concorso promosso dal comune di Ales, collocandosi al secondo posto.

La pittrice presto si recherà al penitenziario per consegnare il premio ai detenuti. Un'altra esperienza importante e gratificante non solo sul piano professionale ma anche personale, è stata sicuramente l’esperienza in Palestina. Attraverso il Vis, Volontariato Internazionale per lo Sviluppo, nel 2011 e nel 2012 Pina insieme ad altri due artisti sardi Archimede Scarpa e Francesco Sedda, ha realizzato un laboratorio di ceramica; alcuni studenti del corso hanno ottenuto la possibilità di venire Sardegna e continuare a lavorare al loro progetto nel laboratorio della pittrice a Tinnura. Nel 2010 l’artista è stata chiamata dall’Associazione internazionale di muralisti per dipingere una serie di murales nella cittadina di Makrinitsa in Grecia. Alla domanda “come mai avete scelto proprio me”, si è sentita rispondere: “Perché tu sai raccontare le tradizioni della tua terra e noi vogliamo che ora racconti le nostre”.

Pina Monne: la muralista delle tradizioni sardeIl murales di Makrinitsa rappresenta infatti l’antica danza di Maides, proibita durante la dominazione ottomana e reintrodotta dopo un lungo periodo con alcune modifiche nel vestiario, come il copricapo degli uomini, che richiama quello della tradizione turca. Ad aprile 2013 l’artista ha esposto le sue opere allo Spazioraw di Milano, con una mostra intitolata “Sardegna in Murales +Sardittus” insieme al fotografo Matteo Deiana e alla scultore Francesco Sedda. Nel giugno di questo stesso anno è stata invitata alla cerimonia di beneficenza per il cinquantesimo anniversario della Fondazione Peter Tatchell, organizzazione che si batte per la difesa dei diritti umani; durante la manifestazione sono stati messi all’asta diversi dipinti su tela della Monne, tra i quali vi era il ritratto dello stesso Tatchell e di Elton Jonh.

In questi anni di attività, alla pittrice sono stati dedicati alcuni servizi televisivi come quelli della TV di Tokyo, che ha seguito Pina nelle sue attività in carcere oppure quelli della televisione francese. Il suo nome ricorre in molti testi dedicati al mondo del muralismo come “Il Muralismo sardo” (Editori Mykonos) di Riccardo Mannironi, oppure nella rivista dell’Associazione internazionale Muralisti “Murales off world”, nella quale le vengono dedicate ben quattro pagine.Pina Monne: la muralista delle tradizioni sarde

Attualmente Pina Monne dedica i suoi sforzi creativi ad un nuovo genere che unisce la ceramica e la pittura insieme, genere che richiama e che si ispira alla cultura nuragica. Continua ad esporre le sue tele, infatti dal 4 al 9 settembre è presente nella sala del Museo Aligi Sassu di Thiesi, con la mostra personale dal titolo “Terra Madre”. La mostra si inserisce all’interno del programma dei festeggiamenti religiosi e civili della “Madonna di Seunis”; sono protagonisti anche altri artisti sardi come lo scultore Luigi Muscas.

Attraverso la pagina facebook di Pina Monne si può conoscere tutto ciò che riguarda la sua attività, i suoi prossimi lavori ed esposizioni.

Per saperne di più sui suoi murales vi suggeriamo i seguenti video: http://www.spazioraw.it/sardegna-in-murales/ Video di Matteo Deiana presentato alla mostra “Sardegna in Murales + Sardittus”. http://www.spazioraw.it/maides-by-pina-monne-2/ Breve documentario del murales realizzato da Pina Monne in Grecia, sulla danza tipica e antica di Maides.Matteo Deiana, Makrinitsa Grecia 2010

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