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L'esposizione Trame di Cinema realizzata dalla Regione Friuli Venezia Giulia in collaborazione con l’Azienda speciale Villa Manin e Farani Sartoria Teatrale propone la collezione di costumi di scena disegnati da Danilo Donati per raccontare in modo diverso il cinema.


L'estetica e l'originale gusto di Danilo DonatiIl grande merito di Trame di Cinema, curata dal direttore della Sartoria Farani Luigi Piccolo e in visione fino al 22 giugno a Villa Manin Passariano, sta nel nuovo sguardo, misto di concretezza e materiali, attraverso cui interpretare e comprendere il cinema.

Questa visione è racchiusa negli abiti esposti, pensati da Danilo Donati e realizzati dalla Sartoria durante la sua geniale carriera al fianco di registi italiani quali Federico Fellini, Pier Paolo Pasolini, Alberto Lattuada, Franco Zeffirelli, Roberto Faeza e Sergio Citti per film come I Clowns, La Bisbetica Domata, La Mandragola, Satyricon, Storie Scellerate, Amarcord, Intervista, Marianna Ucrìa, Il Casanova di Fellini, Uccellacci Uccellini, Il Vangelo Secondo Matteo, Porcile, Edipo Re, Il Decameron, I Racconti di Canterbury, Il Fiore della mille e una notte e Salò o le 120 giornate di Sodoma.

La lunga esposizione che prende avvio dall'ultima collaborazione di Donati con Roberto Benigni per Pinocchio,L'estetica e l'originale gusto di Danilo Donati prima della scomparsa del costumista avvenuta nel 2001, passa in rassegna i suoi capolavori manifatturieri in cui l'artigianato diviene estetica, in cui la forma è pervasa da originalità e bellezza e i manichini indossano i costumi come fossero personaggi di un ricordo che diviene realtà. Ogni sala, infatti, propone un film attraverso sia scritte che stimolano suggestioni, sia immagini dei film che sviluppano il ricordo e infine attraverso il cinema stesso racchiuso negli abiti che intersecano suggestioni e ricordi.

Osservare il multicolore abito, roboante e perfetto nel taglio, di Petruccio, interpretato da Richard Burton, ne La Bisbetica Domata, permette di comprendere il film di Zeffirelli attraverso la definizione di un particolare gusto estetico pensato per sottolineare la contrapposizione tra i due protagonisti. Allo stesso modo il sacrale indumento indossato da Silvana Mangano nei panni di Giocasta, esposto solitario, lascia che il candore e l'innocenza della giovane attrice risalti nella definizione pasoliniana della comprensiva moglie-madre di Edipo.

La tunica, pure a casta, è beige, come la mantellina intrecciata e ricoperta di conchiglie dorate, ma nel materiale è racchiusa la vera chiave per comprendere la Giocasta di Pasolini. Entrambi i capi sono realizzati con il riscaldo ossia con la parte interna dell'imbottitura, un materiale grezzo e povero che definisce l'umiltà e l'innocenza della Mangano-Giocasta.

L'estetica e l'originale gusto di Danilo DonatiNella sala della Trilogia di Pasolini, inoltre, la schiera di vestiti barocchi di nobili, donne e uomini, del Decameron si contrappone agli abiti più pesanti e popolari di velluto e cotone doppiato de I Racconti di Canterbury e al rigore di Salò in cui la cupezza della trama concesse a Donati solo linee molto semplici, rigorose, ricreate con tessuti dalle stampe d’epoca, per mettere in risalto l'evoluzione tematica e concettuale del cinema di Pasolini.

In questo stretto rapporto tra capo e definizione del personaggio e dei film si esplicita, così, un punto di vista nuovo e fascinoso per interpretare il cinema. Questo si evidenzia anche nella “semplice” e simbolica giacca di lana con fodera di taffetà rossa di Totò in Uccellacci e Uccelini o nella camicia '700 con collo a pistagna di Donald Suttherland ne Il Casanova o ancora nelle linee orientali degli abiti del Fiore delle mille e una notte, decorati con tappezzeria, cordoni e passamanerie.

L'esposizione Trame di Cinema si presenta, quindi, divertente e frizzante, perché si sviluppaL'estetica e l'originale gusto di Danilo Donati in simbiosi con l'originalità, lo studio, e il desiderio di rimarcare il potere magico e artigianale del cinema, grazie al genio di Donati. Questo è stato capace di esplicitare l'immaginazione dei fantasiosi registi con cui ha lavorato, andando oltre a convenzioni storiche e sociali del tempo e conferendo sempre quell'elemento nuovo e ricercato in grado di proiettare l'epica nel futuro.

Nelle foto da in alto a sinistra:

Foto 1: I racconti di Canterbury (P.Pasolini)
Robone di velluto a specchio beige , con maniche rivoltate e ampio cappuccio incorporato
Foto © Mustafa Sabbagh

Foto 2: Decamerone (P. Pasolini)
Tunica di lana beige con inserti di lamé rosa e cordoncino dorato
Foto © Mustafa Sabbagh

Foto 3: La bisbetica domata (1967)
Franco Zeffirelli

Foto 4: Edipo Re (1967)
Pier Paolo Pasolini

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