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Il programma espositivo di fine 2012 del Mart di Rovereto propone un approfondimento su David Claerbout. Le sue opere parlano di corretto e artistico utilizzo del digitale.


Il video d'arte non è più lo stessoDavid Claerbout utilizza fotografia e video per turbare la percezione comune, sconvolgere il sensoriale, l'ordinaria visione, il concetto canonico di tempo e spazio per proporre una nuova vista sul mondo. Nei suoi video, infatti, si può notare una finta narrazione, data dall'immagine dilatata, segmentata, spostata che inganna e affascina lo spettatore. Il tempo, inoltre, è un fattore, un elemento, una dinamica da modificare, un mito da desacralizzare; non è inesorabile, ma può essere disturbato dall'azione dell'uomo.

La poetica di Claerbout  rivela, quindi, la sua contrarietà per la narrazione come elemento primario dell'opera d'arte. É davvero necessario che l'arte contemporanea racconti una storia o dimostri un'azione? L'artista preferisce porre in evidenza in che modo l'arte possa stimolare l'intelletto umano.
Il video d'arte non è più lo stesso
Le sue opere colpiscono la stasi mentale dell'uomo, abituata a farsi condurre da supporti media linguistici dei più disparati nello svelamento del significato di ciò che sta osservando, attraverso il più ancestrale e primitivo significato dell'arte ossia la fascinazione.

Che narrazione può esistere nell'osservare una donna seduta su una sedia a dondolo all'interno di un porticato immerso nel sole? Nessuna. Il filmato, intitolato Rocking chair del 2003, incuriosisce l'assopito sguardo dello spettatore appena egli si accorge che la testa della protagonista compie un impercettibile ma molto frequente movimento con il capo.
Successivamente l'opera diventa più intrigante quando si scopre che sul retro del pannello è proiettata la stessa donna che muove allo stesso modo la testa però da una visione posteriore. Le due immagini combaciano, sono simultanee ma non contemporanee nella visione.

Di conseguenza chi osserva è stimolato a girare attorno al pannello, a interagire con la proiezione, a capire se è davvero simultanea o se l'imprevedibilità del tempo, considerando anche che il video non né inizio né fine, possa sorprenderlo. Ancora, lo spazio reale esiste o può anche essere bidimensionale? Claerbout ridimensiona la tridimensionalità visiva nella sola percezione dello spazio di un pannello.

Il video d'arte non è più lo stessoLa mostra allestita al Mart di Rovereto, dal titolo David Claerbout, propone ciò. Si interseca perfettamente con l'arte del belga stimolando la psiche dello spettatore attraverso un percorso espositivo, curato da Saretto Cincinelli, in cui non c'è linearità. I video devono essere scoperti, indagati, affinché, molto intelligentemente, la stimolazione in chi osserva sia globale; essi sono comunque inseriti in un chiaro continuo espositivo che ha lo scopo di chiarire ad ogni visione la poetica dell'artista.

Lo spettatore percepisce, quindi, fisicamente la convivenza di questi due fattori, frammento e continuità, come anticipazione di ciò vedrà nei video. The Quiet Shore del 2011 è una visione monoculare di alcune pozze d'acqua creatasi dalla bassa marea di una spiaggia della Bretagna, in cui si vedono riflessi un gruppo di adolescenti che giocano.

Ad ogni sguardo, però, si aggiunge un particolare, un'informazione sul contesto che Il video d'arte non è più lo stessocirconda i ragazzi. Sono piccoli frammenti di una visione continua, accomunabili, da scoprire separatamente per poi vedere simultaneamente il divenire di un'azione. The Quiet Shore è un altro esempio di inganno percettivo, di non narrazione, di stimolazione intellettuale nel capire come si organizza la scena, di sorpresa visiva.

David Claerbout è il nuovo che avanza, è la scoperta di una nuova dimensione dell'arte, più di concetto, maggiormente legata alla scoperta di una nuova dimensione per l'uomo. L'innovazione sta nel voler sfruttare le potenzialità del digitale, della tecnologia, al pieno delle sue potenzialità, da intendersi, quindi, come nuovo medium artistico. Il Mart allo stesso tempo si segnala per il suo sempre attento e presente studio sull'evoluzione dell'arte.

Didascalie immagini da in alto a sinistra:


1.David Claerbout, Untitled (Single channel view), 1998-2000. Single channel video projection, black & white, silent, 10 min loop. Courtesy Musée d?Art moderne et contemporain de Strasbourg.

2-3
.David Claerbout, Rocking chair, 2003. Double screen interactive video projection, black & white, silent. Courtesy the artist.

4. David Claerbout, Section of a happy moment, 2007, single channel video project, black & white, stereo audio, 26 min loop. Courtesy Emanuel Hoffmann Foundation. On permanent loan to the Oeffentliche Kunstsammlung Basel.

Che cosa vuol dire la sua opera e perché è utile vederla.  
Mart funzione come stimolatore dell'uomo. Digitale nuova funzione dell'arte contemporanea e possa aprire nuovi orizzonti percettivi ed estetici.

 

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