Continua la campagna di crowdfunding per la realizzazione della mostra.
Il Meridione d’Italia (ma forse anche il Settentrione!) è un luogo assai difficile per chi decide – a causa di un’insana ed innata passione – di occuparsi d’arte contemporanea senza santi ed amici influenti. E’ un luogo difficile perché in periodo di forte squilibrio sociale, le risorse destinate alla cultura scarseggiano, soprattutto dopo aver bypassato mazzette, bustarelle e consulenze varie. Rimane poco. Spesso niente.
Chi ha studiato, viaggiato, scoperto realtà ed atteggiamenti diversi da quelli che il meridione spaccia per l’unico mondo possibile, conserva sempre quello sconsiderato desiderio di cambiamento, di crescita, di evoluzione, che appare incompatibile con le dinamiche istituzionali e trova terreno fertile solo nella “scena indie” , l’unica a non avere risorse necessarie per uno sviluppo concreto. La scena della cultura indipendente è quella che – da sempre – ha dato vita a movimenti e congiunture “cult”, dalla Beat a Keith Haring, dal graffitismo al grunge, quell’anti mainstream che ad un certo punto s’inceppa su sé stesso e passa dall’emarginazione alla cultura di massa, ma che origina sempre dal basso incompreso, deplorato e soprattutto….indigente!
Personalmente non ho la presunzione di pensare che il mio lavoro, tra qualche generazione, possa diventare un cult, ma sono una grande sostenitrice dell’indipendenza (forse anche perché – da donna – vivo spesso il peso del compromesso) e credo che le rivoluzioni non possano che partire dal basso. Il crowdfunding non l’ho inventato io, ma è una risorsa che chi intende restare fuori dai circuiti “pop” non può sottovalutare. Ci hanno detto di tutto: che si tratta di un’elemosina; che se non si da qualcosa di concreto in cambio nessuno è disposto a donare; che sarà un sicuro fallimento…eppure con il progetto “Disorder”– mostra d’arte contemporanea su disturbi mentali e fobie – dopo una sola settimana ho già raccolto oltre 400€.
Siamo ancora molto lontani dai 5000€ necessari alla realizzazione della mostra, ma le risorse più grandi che abbiamo guadagnato sono quelle umane: tantissime meravigliose persone mi hanno contattata in questa settimana, proponendomi programmi radiofonici, articoli, collaborazioni e supporto logistico oltre che morale e se anche non dovessimo raggiungere il goal, potremmo considerarci comunque tutti un po’ più ricchi.
Tuttavia il grande obiettivo di questa campagna di crowdfunding sono i 5000€ per la realizzazione della mostra, e non per una questione meramente economica, ma perchè il vero obiettivo è lanciare il messaggio che il finanziamento dal basso funziona (anche per la cultura), che l’unione fa la forza e che anche chi non ha gli amici “giusti” può avere l’ambizione di offrire un altro mondo possibile. Io e più di venti splendidi artisti ci siamo messi in gioco e con noi tanti amici che si stanno prendendo cura del progetto, ma anche tanti “sconosciuti” che ancora credono nella sinergia e nel lavoro di squadra, anche senza che ci sia un ritorno tangibile.
Approfitto quindi di questo importantissimo spazio che mi è gentilmente concesso, per farvi conoscere “Disorder” e la nostra ambizione. Cliccando su questo link troverete tutte le informazioni sul progetto e potrete offrire il vostro contributo alla causa: http://www.eppela.com/ita/projects/818/disorder-mostra-darte-contemporanea e certo, se poi voleste condividere e diffondere la campagna, non potrei che esservene grata. Insieme, si può!
Nella foto di Marco Nicolaci, Cecilia Leucci critico d’arte e curatore ideatrice di “Disorder”
