Dopo il grande successo riscontrato a New York con la mostra ”MoMA” dedicata all’artista Ileana Sonnabend, definita “ambasciatrice del nuovo”.
Con Peggy Guggenheim la più grande talent scout della seconda metà del 900.Torna nuovamente protagonista in Italia, a Venezia, con la mostra temporanea esposta presso la: ”Galleria Internazionale D’Arte Moderna” allestita all’interno della sala 15 del Museo di Ca’Pesaro. Ileana Sonnabend è nata a Bucarest (il 25 Ottobre 1914,morta a New York, il 21 Ottobre 2007), è stata una gallerista e mercante d’arte rumena naturalizzata statunitense, tra le più celebri protagoniste del XX secolo.
La Galleria Sonnabend aperta nel 1962 a Parigi fu determinante nella diffusione in Europa dell’arte americana di quel periodo, con una particolare attenzione per la Pop Art. Presso Cà Pesaro la “Sonnabend Collection” ha trovato la sua “casa europea”. Viene infatti periodicamente esposta, al primo piano del museo rappresentando un patrimonio culturale di inestimabile ricchezza per la città. La preziosa raccolta esposta a Venezia, comprende un centinaio d’opere di numerosi artisti da lei scoperti, durante le sue gallerie.
Ileana Sonnabend, diede spazio a diversi linguaggi artistici: dal Neo Dada alla Pop Art, dalla Minimal Art all’Arte Povera, dal Concettuale al Neo Espressionismo, fino ad arrivare all’Arte Fotografica Contemporanea, linguaggio delle più avanzate sperimentazioni intraprese da Ileana. Tra le opere esposte spiccano nomi di grandissimi artisti del 900 come: Robert Rauschenberg, Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Jim Dine, Tom Wesselmann, Robert Morris, Sol Lewitt, Anselm Kiefer e Jeff Koons. Al secondo piano del Museo di Cà Pesaro vi sono alcune opere mai esposte prima nella sede veneziana, tra cui None Sing/Neon Sing (1970) e Eat Death (1972)di Bruce Nauman, Inflatable Flower (Yellow),2011 di Jeff Koons.
La Mostra è a cura di Antonio Homem e Gabriella Belli in collaborazione con “The Sonnabend Collection Foudation”,con il progetto espositivo di Daniela Ferretti, la quale propone un nucleo di opere d’arte povera italiana, ottimamente rappresentata nella collezione da artisti molto famosi. In esposizione si possono ammirare delle favolose opere di Gilberto Zorio, Mario Merz, Giovanni Anselmo, Pier Paolo Calzolari e Jannis Kounellis.
L’ultima parte del percorso espositivo è un ”focus” sul Movimento Spazialista Veneziano, le cui basi teoriche furono poste, come noto, da Lucio Fontana nel “Manifesto blanco” stilato a Buenos Aires nel 1946.Nel 1951 il “Manifesto” recita altre informazioni dove compaiono per la prima volta le firme dei “Veneziani” tra cui: Anton Giulio Ambrosini, Mario Deluigi, Virgilio Guidi, Berto Morucchio e Vinicio Vianello, a cui ben presto si assoceranno come firmatari del ”Manifesto”: Bruno De Toffoli, Tancredi, Edmondo Bacci e Gino Morandis.
Nel 1953 l’adesione del gruppo veneziano gravita nella “Mostra Spaziale” presso la Galleria di Cavallino, consolidando l’originaria visione spazialista di Fontana, con matrice empirica e tendenza dell’informale, articolata al nodo tra uomo-natura, spazio-arte della percezione personale di un soggetto durante la visione di tale rappresentazione nell’esperienza emotiva del soggetto stesso.
Si Ringraziano sin d’ora: La Fondazione I Musei Civici di Venezia, Cà Pesaro “Galleria Internazionale D’Arte Moderna”, The Sonnabend Collection Foudation, Chiara Squarcina, Riccardo Bon, Antonella Lacchin, Antonio Homem, Gabriella Belli, Daniela Ferretti, I custodi del Museo per la Gentilezza e la Cordialità dimostrataci.