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Terracotta, arte sacra e presepiale nella laguna Veneta presso la Bottega degli Zanni.


Arte Napoletana in gondolaIl termine terracotta indica i prodotti ottenuti dall’essicazione e dalla seguente cottura in forno dell’argilla precedentemente lavorata. La consuetudine di modellare argilla ha origini antichissime. Le prime testimonianze della lavorazione di tale materiale risalgono al periodo Neolitico e accompagnano lo sviluppo delle civiltà preistoriche. La Terracotta era molto apprezzata dagli Etruschi e in epoca romana, venne leggermente trascurata nel periodo medioevale, per poi essere impiegata in larga scala al principio del Rinascimento.

La pratica della terracotta dipinta e invetriata ebbe il suo naturale luogo d’azione nelle vitali e dinamiche botteghe rinascimentali. La grande stagione della terracotta dipinta e invetriata ci da una immagine di sculture assai eloquenti, come rilievi, statue, la Madonna con Bambino. Possiamo definire in questo caso: ”La Madonna col Bambino” un sublime linguaggio di arte sacra in quanto  riflette la visione spirituale di una data religione. Ogni arte sacra si fonda sul simbolismo delle forme. La validità spirituale delle forme viene garantita attraverso la tradizione, la trasmissione e l’applicazione di precise regole di lavoro e dei modelli.

L’arte sacra deve imitare l’arte divina, ossia la maniera in cui opera lo spirito divino, trasponendo  le sue leggi nell’artigianato. Per questo in tutte le tradizioni troviamo dei modelli sacri, di origine divina o angelica. L’arte sacra riesce a portare l’archetipo nel presente del fedele. Tra le molte forme dell’arte sacra, ne risalta una molto tradizionale, la quale rappresenta la nascita di Gesù “il Presepe”. L’arte Presepiale più famosa è quella napoletana la quale si è mantenuta inalterata nei secoli, divenendo parte fondamentale delle tradizioni natalizie. Il primo presepio a Napoli viene menzionato in un documento che parla di un presepio sito nella Chiesa si S.Maria del presepe nel 1025.Secondo altre fonti ad Amalfi, già nel 1324 esisteva una cappella del presepe di casa d’Alagni.

Nel 1340 la regina Sancia d’Aragona( moglie di Roberto d’Angiò) regalò alle Clarisse un presepe per la loro nuova chiesa, di cui oggi è rimasta la statua Arte Napoletana in gondoladella Madonna nel museo di San Martino. Altri esempi risalgono al 1478,con un presepe di Pietro e Giovanni Alemanno di cui ci sono giunte dodici statue, e il presepe marmoreo del 1475 di Antonio Rossellino, visibile a Sant’Anna dei Lombardi .Nel XV secolo nascono i primi veri scultori di figure. Nel 1470 le sculture del presepe erano lignee. Nel 1507 Il lombardo Pietro Belverte scolpì a Napoli ben 28 statuette per i frati della chiesa di San Domenico Maggiore. Per la prima volta il presepio fu ambientato in una grotta di pietre vere, provenienti dalla Palestina, ed arricchito con una taverna.

Si deve ai sacerdoti scolopi, nel primo ventennio del 600, il presepe barocco. Le statuine furono sostituite da manichini snodabili di legno, rivestiti in stoffe o di abiti. I primissimi manichini napoletani erano in grandezza naturale per poi ridursi ai settanta centimetri. Due giovani Napoletani da poco arrivati a Venezia  propongono nuovamente questa forma d’arte. I due giovani maestri d’arte ci spiegano la vera portata e il lascito culturale del presepe napoletano il quale rimane un veicolo di identificazione. I manichini da loro prodotti hanno testa, mani e gambe di terracotta, realizzati all’interno con un’anima in filo di ferro rivestito di stoppa, il quale consente alle statue di assumere pose diverse.

Le statue sono rivestite di sete e tessuti preziosi, ogni pezzo viene cucito appositamente per un manichino con moltissime ore di lavorazione. Mi spiegano che verso la fine del 1600 nacque la teatralità del presepio napoletano, arricchita dalla tendenza a mescolare il sacro con il profano. Apparvero nel presepio statue di personaggi del popolo, ovvero la rappresentazione degli umili e dei derelitti: le persone tra le quali Gesù nasce. Particolarmente significativa fu l’aggiunta dei resti di templi greci e romani per sottolineare il trionfo del cristianesimo sorto sulle rovine delle colonne pagane.

Arte Napoletana in gondolaI personaggi tipici del presepe napoletano sono:” Benino/Benito: colui che sogna il presepe e guai a svegliarlo altrimenti il presepe sparirebbe, Cicci Bacco: Il vinaio che si presenta davanti alla cantina con un fiasco in mano, Il Pescatore: il quale simbolicamente è il pescatore di anime, il quale tiene in mano un “pesce” dal greco ”Ikthys” acronimo di “Iesùs Kristhòs Theoù Yiòs Sotèr”=”Gesù Cristo Figlio di Dio e Salvatore”, I Due Compari: Zì Vincenzo e Zì Pascale, personificazione del Carnevale e della Morte, Il Monaco: unione tra sacro e Profano, La Zingara: segno di sventura e dolore, Stefania: una giovane vergine che, quando nacque il Redentore, si incamminò verso la Natività per adorarlo, La Meretrice: simbolo erotico per eccellenza, contrapposto alla purezza della Vergine ect…”.

Inoltre il presepe “classico si è evoluto: sono sempre più presenti le notizie di giovani artisti come i due ragazzi all’interno della ”Bottega degli Zanni” i quali creano presepi  originali, usando la terracotta con una facilità sbalorditiva, si occupano anche di arte sacra come il maestoso San Francesco da loro prodotto. Le Opere sono uniche, così pure come il loro negozio Partenopeo nel contesto Goldoniano di Venezia. Si Ringraziano i proprietari della “Bottega degli Zanni” per la disponibilità mostrataci.

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