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In un giardino zoologico la tutela e la cura per la salvaguardia di alcune specie in via di estinzione.


Un Paradiso terrestre a due passi da PistoiaCambiano le generazioni, i figli diventano genitori ma in fondo per alcuni desideri, si rimane per sempre bambini. Che si abbia 5 o 50 anni poco importa, con questa premessa, la visita allo zoo, rimane sempre una meta ambita, scaturendo alla fine una tale emozione, da colmare il gap generazionale. Come specie vivente ci siamo evoluti nel corso dei secoli, la natura ci ha fornito di poche armi, tra le quali non risultano essere gli artigli o denti a sciabola, la piccola parte del corpo che sovrasta intera struttura ossea, ci ha fatto fare la differenza con i vari regni che compongono il nostro pianeta.

In una scala evolutiva della terra, il nostro percorso ha subito più volte accelerazioni tali da sorpassare le altre specie e come tale, di esse ne abbiamo saputo tener cura o fatte estinguere, ponendoci come ago della bilancia grazie ad azioni scellerate o sagge che gli esseri si sono distinti in passato. Per molti aspetti la parola zoo, può far ricondurre il pensiero ad una visione detentiva di quelle specie che vi soggiornano all’interno, per altri versi, se l’intelletto dell’uomo è spinto da istinti protettivo e ricreando habitat naturali in gran parte vicini alle realtà geografica di ogni animale, la preservazione è quell’elemento che porta a dare continuità e nuove genesi.

A pochi passi dal centro cittadino di Pistoia, vi è una tale struttura che vale la pena visitare, molte le specie del regno animale soggiornanti, ogni essere vivente dispone di uno spazio curato nei minimi dettagli, facendo decadere lo stereotipo zoo=detenzione. Certamente non potrà mai sostituire orizzonti e odori di terre natie di tali specie ma, un cartello mette a nudo i nostri sbagli, evidenziandoci quanto tali luoghi siano divenuti pericolosi per gli stessi animali. L’intelletto dell’uomo in queste azioni possiamo dirlo liberamente, ha compiuto più volte il triplo salto all’indietro nella scala evolutiva, ponendo la parola estinzione.

Il cartello evidenzia la sconcertante dimensione di alcune razze di tigri in molte zone del mondo, vittime di bracconaggio o al semplice puro divertimento della caccia, dove invece che essere immortalate in una foto, fanno da complemento di arredo esposte in bella mostra appese alla parete. Nell’occasione della nostra visita nello zoo di Pistoia, abbiamo avuto il piacere di incontrare il Responsabile della struttura Paolo Cavicchio che cortesemente, ha voluto rispondere ad alcune domande.Un Paradiso terrestre a due passi da Pistoia

Buongiorno Sig. Cavicchio, da quanto tempo e cosa l’ha spinta a creare una tale struttura?

La passione per gli animali è nel mio DNA: mio nonno, Raffaello Galardini, fondò lo zoo nel 1970 e sin da piccolo ho respirato il suo amore per la natura. 15 anni fa ho ereditato la conduzione del Parco e ho iniziato a trasformarlo non solo nelle strutture ma anche nei contenuti, rispondendo a quello che oggi sono le caratteristiche di un modero giardino zoologico, luogo che offre ai visitatori la possibilità di incontro con gli animali, ma anche di conoscenza delle problematiche che hanno nei loro habitat e della grande possibilità che abbiamo da questa parte del mondo per cambiare rotta, fare la differenza per tutelare la natura.

Da quanti elementi è composto il vostro staff?

Per raggiungere questo ambizioso obiettivo posso contare sulla collaborazione di un variegato staff composto da un medico veterinario (oltre al sottoscritto), una biologa, una naturalista, 7 educatori, 12 animal keeper (addetti agli animali), 2 giardinieri, 2 tecnici, 2 amministrativi più le persone addette ai servizi di bar, ristoro, bookshop e biglietteria. Come vede siamo tanti e con competenze diverse, un grande gruppo che lavora ogni giorno per fare di questo luogo una fabbrica di emozioni.

Sappiamo tutti in che periodo di crisi versa attualmente la nostra Nazione, ne avete risentito anche voi?

Certamente non è facile per nessuno mantenere la rotta salda navigando in un mare così tempestoso come quello che la congiuntura economica negativa ci sta offrendo in questi anni. Nel nostro caso, poi, se l’acqua arriva anche dal cielo, sotto forma di primavere piovose, diventa ancora più difficoltoso. Resta però la forza delle persone che ci seguono, poco più di 100.000 all’anno, e che venendo a trovarci, sostengono i nostri passi, non solo nel processo di ristrutturazione, ma anche nei progetti che finanziamo nei Paesi di origine delle specie a rischio d’estinzione (orsi bruni marsicani, lemuri catta, gibboni dalle guance rosa, pinguini sud africani).

Un Paradiso terrestre a due passi da PistoiaSempre di più sono gli abbonati e questo risponde al nostro sogno di far vivere il Parco come luogo dove tornare più volte durante l’anno e, per chi è abbastanza vicino, anche solo qualche ora durante la giornata. Un Parco per la città da vivere nella quotidianità. Rispetto alle altre città europee, però, mancano I finanziamenti pubblici: in Italia i giardini zoologici sono privati (a parte il Bioparco di Roma) mentre nella maggior parte d’Europa sono sostenuti economicamente dalle amministrazioni comunali/regionali. Questo permette la realizzazione di grandi opere in poco tempo (si veda la recente inaugurazione dello zoo di Parigi). Noi dobbiamo andare a passo più moderato.

Spesso l'amore verso gli animali prevale sulle avversità nel gestire una tale struttura?

Le confesso che ci sono sere in cui mi chiedo come posso superare le mille avversità burocratiche ed economiche che minano le mie giornate, ma poi passeggiando per il parco con mia moglie, al mio fianco da 25 anni in questa avventura, sento che stiamo facendo la cosa giusta. La nostra comune passione per la natura ha trasformato questo luogo e la gioia che proviamo quando i nostri orsi bruni giocano nell’acqua o quando nasce un pinguino sud africano (specie a forte rischio d’estinzione) appaga di ogni fatica. Eleonora è responsabile della sezione didattica e più di me è a contatto con il pubblico: i sui racconti dei sorrisi di grandi e piccoli che vanno via da qui entusiasti per le emozioni provate, mi da la spinta necessaria ad andare avanti nel percorso che ci siamo prefissi.

Quanto è mediamente la vita di un vostro ospite?

Dipende dalla specie: gli insetti hanno vita molto breve ma ad esempio le grandi testuggini terresti possono vivere anche cento anni. In generale la vita media di un animale all’interno di una struttura controllata come la nostra, è molto più lunga che in natura. L’assistenza veterinaria, le diete bilanciate, la possibilità di restare protetti anche nella parte finale della loro esistenza fanno sì che ci sia una grande differenza con ciò che accade nella vita selvatica. Uno zoo offre così l’opportunità di mettere a punto protocolli sulla salute degli animali che poi vengono usati anche nella gestione delle specie in natura. Questa branca della veterinaria si chiama medicina della conservazione e i dati sono scambiati a livello mondiale attraverso piattaforme telematiche.Un Paradiso terrestre a due passi da Pistoia

Nel corso degli anni, siete notevolmente migliorati come struttura, diversi gli ampliamenti e ristrutturazioni, si potrebbe fare di più e come? Progetti futuri?

Visitando il nostro zoo si percepisce chiaramente come una parte sia ristrutturata con exhibit che ripropongono la piena immersione nella natura (per esempio quelli per gli orsi, le linci, le tigri, i leoni, i suricati o l’area sud Americana) e come ci sia una parte che necessita ancora di intervento. Ovviamente esistono già i progetti per rinnovare ogni struttura e per gli elefanti asiatici siamo già a buon punto: entro l’anno apriremo la nuova area che sarà la più grande presente in Italia per questa specie.

Per il futuro degli elefanti è fondamentale lavorare in sinergia e il nostro zoo, con questo nuovo exhibit, potrà partecipare al programma di riproduzione coordinato dall’EAZA  l’Associazione degli Zoo e degli Acquari Europei a cui apparteniamo. Recentemente, inoltre, abbiamo acquistato 7 ettari che andranno a raddoppiare l’attuale estensione del parco. Realizzeremo una  savana in cui abiteranno insieme  zebre, giraffe e struzzi. Come dicevo prima sono passi importanti che possono essere realizzati solo con il sostegno dei visitatori.

Che danno comporta secondo Lei il traffico illecito degli animali per la loro salvaguardia?

Un Paradiso terrestre a due passi da PistoiaSicuramente una parte del bracconaggio coinvolge gli animali vivi, come ad esempio quello che colpisce rare specie di pappagalli, ma ancor più importante è il commercio illegale delle loro parti: zanne d’avorio, pelli di rettili trasformate in scarpe e borse ma anche interi animali usati per soddisfare antiche credenze, come accade per la tigre. Questo splendido felino probabilmente scomparirà nei prossimi cento anni per la diminuzione dei propri habitat a seguito della deforestazione e per la caccia diretta per far fronte alle richieste della medicina tradizionale asiatica.

Sono queste le informazioni che diamo al nostro pubblico durante le tante attività didattiche: magari tra loro non ci sono molte persone che usano medicine a base di ossa di tigre, ma molti acquistano pregiati legnami senza essere consapevoli dell’impatto sulla foresta; altri, di rientro da un viaggio da Paesi esotici, riportano come souvenir animali e piante tutelate. Questa nostra attività è resa possibile grazie alla collaborazione con l’ufficio CITES del Corpo Forestale dello Stato con cui organizziamo mostre e attività di divulgazione.

Cosa si sente di dire a tutti gli amanti degli animali?

Oggi uno zoo è un prezioso strumento per tutelare la natura e visitarlo è un modo per garantire un futuro alla biodiversità, quell’insieme di meravigliose e differenti forme di vita con cui condividiamo il nostro Pianeta.

Per ulteriori informazioni http://www.zoodipistoia.it/

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