Dal convegno organizzato da Comune e Ambasciata dei Paesi Bassi la formula per attrarre il turista più evoluto. E il CNR presenta un progetto innovativo per rilevare le presenze.
Se di regole si può parlare, tra le tante sono due quelle fondamentali che città small but clever come Pisa in Italia o l’Aia in Olanda hanno da osservare per attrarre un turismo diverso dal tradizionale via vai del mordi e fuggi: 1) conoscere bene se stesse, piccole ma intelligenti; 2) individuare i segmenti del traffico internazionale ai quali proporsi nei modi più efficaci e convenienti.
I due momenti rappresentano, in qualche modo, sia il vademecum di ogni possibile strategia, sia la sintesi del convegno bilaterale Oltre la Torre – Non solo Amsterdam. Convegno che oggi ha riunito a Pisa esperti e operatori italiani e olandesi per l’organizzazione del Comune e dell’Ambasciata dei Paesi Bassi, nel contesto del programma promozionale Olandiamo in Toscana ideato per implementare tra i due paesi conoscenze e scambi di carattere turistico, economico, culturale, tecnologico.
Si trattava, come suggerisce il titolo, di capire con quali argomenti, artifici, strumenti far breccia in un immaginario collettivo troppo spesso affamato soltanto dei sempiterni simboli di massa, Torre, Uffizi, Colosseo da un lato, Amsterdam coi suoi canali e i suoi musei dall’altro. La sfida è quella del riequilibrio di un intero settore dell’economia e, a livello locale, di salvare le città più invase dal turismo massificato per venire incontro a quelle con un deficit turistico qualificato.
Il sindaco Marco Filippeschi, ricambiato del vice ambasciatore Desirée Kopmels, ha ben ricordato i motivi che avvicinano Pisa e la Toscana all’Aia e all’Olanda. Quanto all’assessore al turismo Giuseppe Forte ha invece insistito sull’impegno e sulle molte iniziative (compresa la reintroduzione della tassa di soggiorno) per offrire alla città del turismo un volto adeguato a competere nel mondo.
Se Gina Giani ha descritto la formidabile evoluzione dell’aeroporto di Pisa (porta della Toscana) da lei diretto, Bruno van der Linden ha ricordato i progetti del vettore Transavia, mentre Karoline Wiegerink (Scuola Alberghiera dell’Aja) e Mirjam Wortmann (direttrice dell’ufficio italiano dell’Ente Olandese per il Turismo) hanno analizzato comportamenti e prospettive del mercato.
Un inedito profilo di Pisa vista da fuori lo ha invece disegnato il professor Frank Go, docente alla Rotterdam Business School. Città eccellente, ha ricordato, la Oxford italiana con una personalità tutta sua e tante frecce al proprio arco, da Galileo a Bocelli, dall’aeroporto all’università, dai beni culturali a ambientali e gastronomici.
Che ha dunque da fare Pisa per affrontare la sfida? Se l’obiettivo è alzare la media delle permanenze in città a 2,1 giorni, la strategia giusta, ha detto, è di lavorare sui due WOM. Ossia: Word-of-Mouth (il passaparola) e Word-of-Mouse (internet). In inglese un gioco di parole per significare il valore dell’accoglienza e il peso che ha ormai il web nel determinare le scelte del turista più evoluto, in particolare il turismo scientifico.
Di estrema novità, infine, il progetto al quale, per conto del Comune di Pisa, sta lavorando un gruppo di ricercatori CNR (Fosca Giannotti, Salvo Rinzivillo, Chiara Renso, Barbara Furletti, Lorenzo Gabrielli) dell’Istituto di Scienze e Tecnologie dell’Informazione. Esperti di analisi sulla mobilità a partire da sorgenti digitali (cellulari, internet, gps), stanno disegnando una serie di mappe sui comportamenti di residenti, pendolari, turisti con la collaborazione di Wind e del social network Flickr.
“Un progetto innovativo e importante”, spiega Giannotti, “che ci consentirà di capire come pulsa la vita della città e di costruire vari indicatori, anche per quanto riguarda il turismo. Dalle telefonate dei turisti stiamo per esempio capendo quanto sia decisivo dare a questo mondo informazioni precise e puntuali. E, a scanso di possibili equivoci sulla privacy, teniamo a dire che le nostre rilevazioni sono del tutto anonime”.
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