Gli azzurri perdono anche la terza partita del girone di qualificazione con un uomo in meno e con un gioco del tutto assente.
Sembrano passati anni luce dalla partita contro gli inglesi, un’Italia propositiva, veloce sulle fasce, e numerosi palloni offerti ai propri attaccanti. Qualche segnale era già arrivato con la Costa Rica, oggi la concretezza di poche frecce nell’arco è arrivata contro la partita più decisiva del girone di qualificazione. Partita scialba e poco incisiva anche da parte degli uruguaiani che hanno meno probabilità di passare il turno nei confronti degli azzurri.
Ricordiamo che gli uomini di Prandelli hanno due risultati su tre a favore ma, prima l’espulsione discutibilissima di Marchisio nel secondo tempo lasciando l'Italia per mezz'ora in dieci e poi il gol di Godin, s’infrangono come onde tempestose su di una nazionale che non ha mai fatto troppo per essere considerata bella.
L’epilogo è tutto negli occhi dei tifosi, increduli e sconsolati che lasciano lo stadio, meritata l’eliminazione, meritata l’uscita da un mondiale sempre più propenso alla corsa e meno alle chiacchiere, temperature alte si temperature alte no, oggi si giocava con una temperatura di 27° e se consideriamo il nostro campionato e i giocatori che ci militano in lungo ed in largo per lo stivale, dovremmo essere abituati o almeno in parte temprati.
Il dato di fatto è che non siamo più competitivi, due tiri in porta la dicono tutta. Torniamo a casa per costruire o per mollare tutto calcisticamente parlando, questo dipende dai giorni che serviranno per smaltire la delusione ed eventuali prese di coscienza da parte degli addetti ai lavori. Dopo Spagna, Inghilterra tocca anche all’Italia abbandonare il Brasile, lasciamo ad altre squadre la delizia di un gioco calcistico votato allo spettacolo, quello puro.