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Inizia il calciomercato, e le premesse non sono delle migliori. Poi il solito presunto cambio societario: sarà la volta buona?


Chi mal comincia…Bologna presente – si fa per dire - anche nella finale per il 3° posto della Confederations Cup, tra l’Italia di Diamanti e Gilardino e l’Uruguay di Perez e Ramirez. Alla fine l’hanno spuntata gli Azzurri (5-4, d.c.r.), al termine di una gara equilibrata in cui ha ancora una volta brillato il talento di Alessandro Diamanti – due pregevoli punizioni cui il pubblico del Dall’Ara è ormai abituato. Forse lo è meno Cesare Prandelli, visti i 180 minuti di panchina ai quali ha relegato Alino durante la semifinale contro la Spagna, trattamento analogo alla finale dello scorso Europeo (0-4). Del resto, che ogni prodezza in Nazionale allontani il n.23 da Bologna, è qualcosa di più che un legittimo sospetto.

Non si fa comunque in tempo a gioire per i nazionali rossoblu, che bisogna tornare subito alla realtà.
Siamo infatti giunti all’inizio (ufficiale, perché di fatto le trattative sono già cominciate) del calciomercato, ed è tempo di addii in casa Bologna: oggi Diego Perez, Manolo Gabbiadini, ed Alberto Gilardino non sono più giocatori del Bologna – il primo per scadenza del contratto, gli altri due per fine prestito. Dovere della società sarà trovare idonei sostituti, benché l’impresa non appaia delle più semplici. E, naturalmente, non è tutto. Come vuole la tradizione, anche in questa strana estate spunta la solita voce di avvicendamento societario.

Sfumati nel corso degli anni i rumors riguardanti i vari Joe Tacopina, Rezart Taçi, Gabriele Volpi ed i ritorni – veri o presunti – di Alfredo Cazzola e mister Segafredo Massimo Zanetti (il quale, in realtà, tutt’ora mantiene una quota all’interno della società), ora la cordata è straniera, rigorosamente anonima. L’attuale dirigenza rispetta il copione, e nega fermamente. Tuttavia, se alle smentite nessuno dà molto credito (in caso di dubbio volgere la mente ai vari Gillet, Raggi, Portanova, Perez, Ramirez, Gilardino), c’è da chiedersi se questa sia davvero la volta buona oppure siamo di fronte all’ennesima ‘bufala’ buttata lì un po’ per abitudine, un po’ perché il calciomercato non offre poi troppi spunti.

Sulla falsariga delle scorse stagioni, c’è pure una data ben precisa – fissata in mercoledì 3 luglio. Mentre la città come sempre si divide tra chi ormai non ci casca più, chi non perde la speranza e vede in compratori esteri l’unico spiraglio per un futuro (sportivo) migliore, e infine, chi crede ancora alle favole e teme che siano soltanto invenzioni dei giornalisti che destabilizzano l’ambiente. Di vero per ora c’è soltanto che la rosa è indebolita, sul fronte acquisti tutto tace.  Sappiamo che Stojanovic è ancora acerbo e Agliardi non gode della fiducia di Pioli, ma non si sa chi sarà il sostituto; sappiamo che Portanova  è stato di fatto regalato - davvero? Chi l’avrebbe mai detto! – a Preziosi, ma non si sentono nomi per rimpiazzarlo; sappiamo che serve (almeno) un terzino, ma le poche trattative sono già sfumate; è necessario un vice-Perez, ma di nuovi acquisti nemmeno l’ombra.

Dulcis in fundo, Alberto Gilardino: è ad un passo dalla Roma (scambio con Borriello), è quindi fondamentale l’ingaggio di un centravanti affidabile; il Bologna dal canto suo ha già incassato il ‘no’  di Roque Santa Cruz (Malaga), Sergio Floccari (Lazio), mentre per Rolando Bianchi non mancano i pretendenti (Atalanta e Genoa). E per non farsi mancare proprio nulla, il baby Alessandro Capello (classe dicembre 1995) è stato ceduto all’Inter.

Insomma il progetto continua, e la domanda è sempre la stessa: cosa resta delle famose garanzie date a Pioli?

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