Bonolis, popolarissimo conduttore televisivo, ha suscitato un pandemonio, protestando per un incredibile arbitraggio della partita Inter-Atalanta, finita 3-4.
Paolo è tifosissimo dell’Inter, così come io sono tifosissimo del Genoa: perciò posso comprendere e condividere, virgola per virgola, il suo sfogo. Il calcio è marcio e pieno di problemi, è arrivato il momento di raddrizzarlo, oppure il giocattolo più amato dagli italiani piccoli e adulti rischia di finire in rovina, per mancanza di credibilità.
All’ultimo secondo della partita tra Inter e Atalanta, l’interista Ranocchia ha sbagliato in modo grossolano una facile occasione da goal, a trenta centimetri dalla porta. E questa è la difesa, strumentale, dei dirigenti del mondo del calcio e degli arbitri italiani: “Sbagliano tutti, ad esempio Ranocchia ha sbagliato un goal facilissimo, quindi perché non dovrebbero sbagliare anche gli arbitri?”. E’ una sciocchezza. Le differenze evidenti sono due. La prima: gli errori sono errori, si possono giustificare.
E si pagano. Ranocchia ha sbagliato un goal, togliendo il pareggio alla sua squadra, così come Hernanes ha sbagliato un rigore, togliendo alla Lazio una probabile vittoria. E così via: gli episodi sono innumerevoli. Ma sono errori. L’arbitro Gervasoni, a meno che non abbia avuto visioni celesti o infernali, ha regalato un rigore all’Atalanta, inventandosi letteralmente un fallo di mano del difensore interista Samuel. Ebbene, Gervasoni era vicinissimo a Samuel: il pallone non ha neanche sfiorato il giocatore dell’Inter! La seconda differenza: agli arbitri è proibito parlare, difendersi, lasciarsi intervistare. Nessun arbitro ammette mai di aver sbagliato, cosa che placherebbe e calmerebbe i tifosi. Perché non lo fanno?
E’ difficile, lo dico da tifoso, non dare ragione a Bonolis: “Non puoi più credere nella buona fede, è tutta una commedia…”. Ma il problema più importante è un altro, la questione arbitrale, diciamo così, si potrebbe risolvere facilmente: 1. Arbitri stranieri. 2. Sorteggio per le gare che gli arbitri dovranno dirigere. 3. Moviola in campo. Perché non vengono presi questi elementari provvedimenti? Ma debbo dare ancora ragione a Bonolis: con questi provvedimenti, i vertici del mondo del calcio perderebbero il controllo del gioco. A me sembra l’unico modo per restituire credibilità al nostro sport più amato, impedire a tifosacci come me e Bonolis, e ad altri milioni di appassionati, di pensare male.
Altra sciocchezza mi sembra quella di dire: via dal mondo del calcio chi non crede alle regole e agli arbitri. E perché? Perché rivendichiamo il diritto, pagando il biglietto allo stadio o per le riprese televisive, a un calcio pulito e trasparente? Se non si cambiano le regole, cari amici, sicuramente ce ne andremo via, stufi di risultati poco convincenti, scommesse, trame, ricorrenti inchieste sulla inarrestabile calciopoli. Ma ce ne andremo non certo perché saremo cacciati. Ce ne andremo per disgusto.
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