Bologna-Inter 1-1: Mazzarri si ferma ancora contro Pioli e Koné.
Poche le certezze del calcio: Maradona meglio di Pelé, l’Italia batte la Germania, e …Walter Mazzarri sarà sempre in difficoltà nell’incontrare Stefano Pioli. Quella che inizialmente sembrava essere una sfortunata coincidenza, sta diventando ormai un dogma inconfutabile. 2010-2011. Il Napoli formato Champions, quello dei tre tenori Hamsik-Lavezzi-Cavani che tante soddisfazioni diede ai suoi tifosi, lasciò ben 6 punti al piccolo Chievo di Stefano Pioli. 2011-2012. Azzurri al Dall’Ara per conquistare i punti decisivi per la qualificazione in Champions, contro un Bologna già salvo. Risultato: Bologna 2-Napoli 0, Marco Di Vaio dà l’addio ai suoi tifosi dall’alto dei 51 punti e nono posto in classifica.
2012-2013. Il Bologna di Pioli sbanca il San paolo, lì dove nessuno ha ancora vinto, nel modo più bello di tutti: il gol da copertina di Panagiotis Konè ( ancora in lizza per il Puskas Award 2013) ed il timbro di capitan Portanova, tornato dopo 4 mesi di squalifica. Oggi lo stesso difensore è capitano e segna ancora per una storica squadra rossoblu, che viaggia a sinistra della classifica e sogna l’Europa. Ma non è il Bologna, appena quartultimo.
Pochi giorni dopo c’è la Coppa Italia, e il Bologna ricco di riserve si ripete: ancora Pioli, ancora Koné. Un Bologna da fine del mondo, era in effetti la settimana della presunta profezia dei Maya.
E arriviamo a Bologna-Inter. Pioli sorprende Mazzarri proprio in quella che sembra essere la sua arma migliore, il contropiede. All’11esimo Diamanti s’invola verso l’area nerazzurra, e viene cinturato da Taider, già ammonito: Banti di Livorno lascia continuare, Cristaldo trova intelligentemente un solitario Konè che firma l’1-0. Ancora Pioli, ancora Koné.
L’episodio riporta alla mente un Milan-Juventus del 2005: Nesta stende Nedved involato in contropiede, Collina non fa una piega, la palla arriva a Del Piero che di rovesciata serve Trezeguet, il quale non era solito sbagliare; l’arbitro migliore al mondo successivamente ammonirà il difensore rossonero. «Azione capolavoro: Collina prima, Del Piero poi», dirà qualcuno.
Ecco. Il problema è che Banti non è Collina, il Bologna non è la Juve, e quel campionato - del resto - sulla carta non è mai esistito e non vale come precedente. Taider quindi rimane in campo, ma per espiare la sua colpa decide di fallire a porta vuota il gol del pareggio. Ci penserà però Jonathan, con la deviazione decisiva di Sørensen: l’unico modo per battere un Curci stranamente insuperabile.
2 punti persi o 1 guadagnato? Per rispondere basti pensare alle traverse di Guarin e Juan Jesus, che tremano ancora. E’ pur vero che giocare tutta la gara in vantaggio di un gol e di un uomo sarebbe stata un’altra storia; i tifosi dell’Inter hanno però la memoria corta, e, ingrati, fischiano il fido Banti per i soli 2 minuti di recupero concessi.
Ma Bologna-Inter è anche la gara di Saphir Taider, non lo si può dimenticare. La domanda sorge spontanea: un Bologna in cui Diamanti è coperto da Taider - il quale tra l’altro permetterebbe a Koné di giocare stabilmente sulla trequarti, il suo ruolo naturale - sarebbe quartultimo?
Un dubbio che vale 5,5 milioni per la metà, una risposta che è più scontata della valutazione di un presidente che in settimana si è superato: minaccia - non mantenuta - di non presenziare alla partita, astenendosi così dal fare gli onori di casa a quello che presumibilmente sarà il patron più ricco del calcio italiano per i prossimi anni (Erick Thohir), ed improvviso stupore in una fredda giornata di fine novembre a causa dell’eccessiva onerosità del contratto del suo allenatore, da lui ingaggiato e riconfermato. Ieri lo stadio era rossoblu, ma il futuro di questa società promette di essere sempre più grigio.
Nelle foto: Konè http://www.mondocalcio.info
Diamanti Taider http://www.gazzetta.it
Curva Bulgarelli http://www.ftbpro.com/it