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Il Bologna interrompe la striscia positiva casalinga dell’Udinese, così come l’anno scorso. Una magia di Diamanti nasconde i numerosi problemi della rosa rossoblu.


Al Friuli non si perdeUdinese-Bologna 1-1: apre un capolavoro di Diamanti, pareggia Di Natale in quello che, a suo modo, è una specialità della casa rossoblu: lasciare libero l’attaccante più pericoloso a pochi minuti dal termine. 1 punto guadagnato o 2 persi? A vedere il tabellino, la risposta viene da sé: con maggiore attenzione si sarebbe espugnato il Friuli; ad osservare la partita, invece, c’è da baciarsi i gomiti poiché questo Bologna evidenzia molti problemi.

In primis la difesa -  apparsa in grave difficoltà contro le accelerate di Di Natale e Muriel, certo non due novellini – in cui pesa come un macigno l’assenza di un leader, e giunge alla mente un tale Daniele Portanova. Natali non è più un ragazzino (eufemismo) e Antonsson dimostra di giocar bene a seconda del compagno di reparto che si trova di fianco. Si attende Sørensen, quantomeno da qui a gennaio. Quello che accadrà dopo, nemmeno le menti più fantasiose possono prevederlo.

Poi il centrocampo: quasi imbarazzante il confronto con i colleghi bianconeri. Della Rocca, Pazienza, Koné arrancano contro i meccanismi quasi perfetti della mediana friulana, e non a caso vengono tutti e tre ammoniti. Anche in questo reparto c’è un assente eccellente che manca come il pane, quel Saphir Taider che Mazzarri ha già reso titolare nella sua Inter. Tranquilli, per metà è ancora nostro e sicuramente a giugno faremo la voce grossa contro la società nerazzurra.

Infine l’attacco, il settore forse più preoccupante: perché in una squadra puoi avere tanti problemi, ma se poi davanti la buttano dentro il lieto fine è garantito. Il punctum dolens è proprio qui:  tra Napoli, Sampdoria e Udinese i rossoblu hanno segnato 3 reti (Moscardelli, Koné, Diamanti), tuttavia il tabellino non ha mai registrato il nome dell’acquisto più importante, quel Rolando Bianchi che sulla carta – e solo sulla carta – è venuto per sostituire Alberto Gilardino. L’ex capitano del Torino paga colpe non sue: è un centravanti d’area di rigore, ma se negli ultimi 11 metri non arrivano palloni lui può fare ben poco. L’analisi è sempre tristemente la stessa: squadra costruita senza cognizione, vendendo chiunque al primo offerente e comprando chiunque sia abbordabile per le scarne casse rossoblu. Vietato però criticare la società. Il presidente Guaraldi lo ha ribadito in settimana, «il rapporto tra bilancio e punti sul campo della gestione Zanzi è il migliore degli ultimi trenta anni ed è un professionista che gode di tutta la mia stima». (Tuttomercatoweb, 10 settembre 2013).

Ora arriva a Bologna il Torino, uno scontro diretto che ammette soltanto un risultato. I ragazzi di Pioli infatti devono strappare i 3 punti – possibilmente con un gol del n.9 – così da evitare i brutti pensieri che un epilogo diverso evocherebbe in tutti i tifosi felsinei. Il Torino di Ventura è squadra ostica, gioca bene e soprattutto in contropiede con Alessio Cerci può essere letale.

E poi un dettaglio da non sottovalutare. Il Toro è stato sfortunato – diciamo così – negli episodi arbitrali delle gare precedenti, sicuramente il presidente Cairo farà sentire la sua voce in settimana. Di prassi, per restituire il maltolto si attende solo una vittima sacrificale, che anche se danneggiata non si lamenti troppo. Cosa c’è di meglio della mansueta squadra rossoblu? La compensazione è come il sole: anche se non la vedi, lei c’è sempre!

Nella foto Diamanti (http://www.tifosando.it/index.php/juve-offerta-per-diamanti-il-bologna-rifiuta/#.Uja4dn9voUM)

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