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Legature ecologiche, affidabili e veloci in viticoltura, vivaismo, orto-frutticoltura e giardinaggio.


Ecolink: il filo di carta alternativo alla plasticaIn viticoltura, e più in generale in agricoltura così come nel giardinaggio, molto spesso il problema non è legare ma evitare che questa operazione lasci nel tempo residui indistruttibili, o comunque ecologicamente ingombranti, nell’ambiente. Il materiale tradizionalmente più utilizzato è il tubicino in PVC, solitamente di colore verde, che tutti possiamo facilmente vedere nei giardini, nel vigneto, negli orti o nei vivai. Fare una stima delle quantità utilizzate è difficile ma probabilmente sono numeri abbastanza importanti. Per legare un ettaro di vigneto, ad esempio, occorrono da 5 a 10 kg all’anno.

In Italia vi sono circa 700 mila ha di vigneto professionale cui va ad aggiungersi la piccola vigna amatoriale di chi produce il vino per il consumo di casa. Stesse considerazioni per gli altri campi d’impiego. Soffermarsi sulle cifre renderebbe arido e noioso l’elenco; il concetto di fondo è che ogni anno vengono utilizzate grandi quantità di materiale plastico che, probabilmente, a fine ciclo vengono abbandonate nel terreno.

Senza voler fare d’ogni erba un fascio dobbiamo dire che sicuramente ci sono persone che raccolgono questi residui, altrettanto vero è che gli agricoltori più sensibili prevengono il problema utilizzando materiali di origine vegetale come il salice o la ginestra. Tuttavia è facile comprendere che non sempre è possibile ricorrere a queste soluzioni ormai poco “moderne”, vuoi per le dimensioni delle aziende agricole, vuoi per il poco tempo a disposizione. Da alcuni anni l’industria sta cercando di offrire soluzioni alternative fornendo  materiali nuovi e biodegradabili che possano rendere meno impattanti queste operazioni.

Va in questa direzione un prodotto nuovo, a base di  carta, sviluppato per impieghi di fissaggio e legatura e che, come tutte le grandi idee, si rivela  semplice ed innovativo al tempo stesso. L’azienda produttrice è leader nella lavorazione della carta: questo materiale, antico e nobile, viene reso in forma di filato (*), sotto diverse formulazioni, per essere utilizzato come spago o legaccio nelle varie situazioni che l’imprenditore agricolo  incontra nel suo ciclo produttivo.Ecolink: il filo di carta alternativo alla plastica

Ecolink, questo è il nome commerciale, dopo anni di utilizzo in pieno campo ha dimostrato di poter resistere agli agenti atmosferici per almeno 4 anni. Tuttavia, una volta raggiunto il terreno, viene aggredito dalla flora microbica che lo decompone completamente nel giro di 2-3 mesi. Allo stesso tempo è in grado di fornire buone prestazioni di resistenza: infatti un filato del diametro di 2 mm (solitamente il più usato) presenta un carico di rottura di circa 15 kg.

Gli impieghi possibili possono essere svariati:
- fissaggio dei tralci nel vigneto;
- legatura di astoni, ortaggi e fiori ad un sostegno, in serra o pieno campo;
- allevamento verticale di ortaggi e kiwi;
- chiusura di sacchi nella raccolta differenziata, confezionamento di scatole, rivestimento di oggetti, impagliatura di sedie;
- tutti gli impieghi ritenuti congrui alle caratteristiche del materiale.

Per concludere,  la  peculiarità fondamentale di questo prodotto è la totale bio-degradabiltà: trattandosi solo ed esclusivamente di carta una volta raggiunto il terreno la flora microbica attacca la cellulosa e se ne nutre favorendone la completa decomposizione. Per questa sua caratteristica si potrà facilmente comprendere che il prodotto non richiede alcun recupero e può essere abbandonato in campo senza provocare danni al terreno ed all’ambiente. Oltre a ciò Ecolink si presenta con un colore avana naturale e pertanto senza nessun impatto visivo, contrariamente ai materiali di plastica che sono chiaramente distinguibili anche da notevole distanza.

(*) Filatura della carta:
La filatura è un antico procedimento mediante il quale una sottile strisciolina di carta viene ritorta trasformandola in filo: questa torsione ne aumenta la resistenza alla trazione ed allo stesso tempo, ostacolando la penetrazione dell’acqua, aumenta la sua durata. La fase di filatura pertanto richiede grande attenzione sia nella scelta della carta più appropriata che nel sapiente dosaggio della torsione per ottenere un filato che unisca buona resistenza alla trazione ed alta idrorepellenza.

Per ulteriori approfondimenti ed  informazioni:
Sito web: http://www.centroplastsrl.it
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