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Una società più sana aiuta e si predispone ad una vita più serena. Oggi in Italia, seppur vi è ancora molto da fare, la prevenzione dovrebbe essere la prima lettera di un vocabolario nella cultura medica di ogni cittadino.


Sostenere la ricerca si sostiene la vitaNella nostra nazione, vi è un notevole supporto in ambito medico, la notevole importanza di associazioni volontarie radicate nel tessuto sociale, hanno contribuito di gran lunga, a sopperire ove ve ne fosse, un pieno sostegno a pazienti e famiglie in ogni problematica affrontata durante la degenza. Per dare un contributo in più all’informazione in tal senso, abbiamo incontrato il Prof. Emilio Franzoni, primario del reparto di Neuropsichiatria Infantile all'ospedale Sant'Orsola e responsabile del comitato tecnico scientifico dell’ONLUS FANEP.

Prevenzione, a volte sembra un termine poco recepito nella società, quanto è importante sostenerla?
La parola Prevenzione rappresenta il top della Medicina moderna e ogni tipo di patologia, se la Prevenzione fosse applicata a dovere, non troverebbe spazi per crescere. Azione diretta a impedire il verificarsi o il diffondersi di fatti non desiderati o dannosi (spec. nel linguaggio medico, sociologico e giuridico): la p. della tubercolosi; la p. degli infortuni sul lavoro; la p. del delitto; misure di p.


Ci sono degli studi per fare prevenzione?

Gli studi che portano ad una corretta Prevenzione, sono pochi perché costano molto e, nella maggior parte dei casi, non riescono a ottenere informazioni più significative ed utili di quanto non sia già in nostro possesso.

Dove è importante fare una corretta prevenzione?

Mi limito ad affermare che la vera e più importante prevenzione riguarda l’ambiente e l’alimentazione.


Quanto costa impegnarsi su questi temi?

Probabilmente troppo per una Società troppo riversa su se stessa ed egocentrica oltreché sazia (almeno quella occidentale). L’opinione pubblica cioè la gente, comprende l’importanza della Prevenzione in occasione dei disastri naturali o degli errori che si compiono nella pratica medica. Togliere il rene sano invece di quello malato è legato alla semplice mancanza di evidenziazione (con una x sul lato da operare) che impedirebbe qualsiasi errore.


Quanto è cosciente l'opinione pubblica dell'importanza di questo modus operandi?

La Prevenzione dovrebbe essere praticata al pari dell’autostima e andrebbe respirata già nell’ambiente domestico, ma forse è un gatto che si morde la coda perché da qualcuno comunque dovrebbe essere insegnata.


La vostra associazione fatta di volontari, da oltre 30 anni è al fianco dei bambini e delle loro famiglie.

La nostra associazione Fanep (Famiglie Neurologia Pediatrica) fu fondata il 26 gennaio del 1983 da alcuni medici, infermieri e genitori (oltrechè dal sottoscritto) per difendere i diritti dei bambini con disabilità neuro psichica allora quasi completamente trascurati nell’ambito pediatrico.


Quali sono tra le iniziative che ricorda con affetto?

Le prime due indimenticabili imprese furono relative all’acquisto del frigorifero per le mamme, delle tendine oscuranti nelle camere di degenza e delle brandine per l’accompagnatore del piccolo degente. Da allora è stata una escalation di interventi sia sul personale medico, psicologico, dietistico e tecnico, fino ad arrivare alla ristrutturazione di un nuovo reparto verso la fine del 2012 che ci permise di incrementare gli spazi da 190 a 1000 metri quadri.


Quanto ancora c'è da fare?

Rimane molto da fare sul piano culturale del rispetto e della Prevenzione della disabilità che vengono a parole difese e protette dalla politica , mentre si fa pochissimo sul piano operativo. La Fanep ha dato in questi anni il suo piccolo contributo realizzando anche un Corso annuale  per la formazione dei volontari che da circa 10 anni si presentano in 80-90 persone che sono molto interessate e partecipano con passione; per iscriversi basta andare sul sito http://www.fanep.org e seguire le istruzioni.


Il vostro operare ha creato delle rivoluzioni in ambito medico e istituzionale?

Certo la Fanep ha veramente stravolto ed implementato le attività della Struttura ospedaliera che non è mai stata supportata dalle Istituzioni. Quando iniziammo nei primi anni 90 ad occuparci di Anoressia e Bulimia un illustre pediatra in una pubblica riunione ebbe a dire: “ Franzoni si è inventato una malattia”. Magari fosse stato vero a fronte di tanta vera sofferenza che ogni giorno ci passano davanti agli occhi e albergano nei nostri cuori. Ma non solo di Anoressia si parla nella nostra Struttura ma anche molto di Epilessia che la più importante patologia neurologica che trattiamo con grandi risultati; non è un caso che siamo stati scelti come Centro regionale per l’impianto dello Stimolatore del Nervo Vago per le Epilessia farmaco resistenti. E proprio grazie a Fanep possiamo monitorare le crisi epilettiche con una complessa apparecchiatura donata dalla Fondazione Telecom Italia per fare la diagnosi e impostare la corretta terapia.


I costi della sanità sono tanti. A tale patologie vi è un valido supporto farmacologico e/o contributivo?

In questi ultimi anni vi è stato un notevole miglioramento nel numero di farmaci antiepilettici che la ricerca clinica ha prodotto con importante miglioramento della qualità di vita delle persone affette da Epilessia e dalle loro famiglie. Infine non dobbiamo dimenticare che per portare avanti questa mole di contributi occorrono fondi che lo Stato non ci da e che quindi ci dobbiamo procacciare con eventi pubblici che coinvolgano più gente possibile come, ad esempio, l’11 settembre alla Casa Gialla del quartiere Navile in via Vasco de Gama come annunciato sulla locandina nel Sito (http://www.fanep.org). Non dimentichiamo poi il 5 per mille la più gratuita delle donazione visto che comunque sono soldi già stati versati che se non vengono a noi ritornano allo Stato ( il numero di codice fiscale da indicare è comunque sul Sito). Molte sarebbero le cose da raccontare ma, meglio farlo ogni tanto per non annoiare troppo il nostro lettore..

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