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Tante le novità dal mondo della medicina.

Nella sala del Caminetto al Circolo della Stampa milanese si è parlato di osteoporosi: deterioramento della massa e della qualità dell'osso che causa fratture alle vertebre, al femore, al polso e all'omero (solo per citare le più frequenti). Nell'immaginario collettivo si tratta di una malattia che colpisce solo le donne in menopausa ma così non è come ha spiegato il professor Andrea Giustina: "Sono sempre più frequenti i casi di osteoporosi maschile. La crescita demografica e l'aumento delle malattie croniche che affliggono la popolazione anziana ne fanno una patologia rilevante anche per il sesso maschile: un maschio su cinque dopo aver spento 50 candeline ha nel suo destino una frattura. Le fratture maschili sono circa il 30% del totale con particolare interessamento di femore (nel 30% dei casi), rachide (42%) e polso (20%)!".

Si stima che nei prossimi dieci anni il numero di uomini affetti da osteoporosi aumenterà del 10-15% ma assai importante è essere consapevoli del fatto che i maschi che subiscono una grave frattura come quella di femore hanno tassi di mortalità più elevati rispetto alle donne e in un terzo dei casi si verifica una nuova frattura nei dodici mesi successivi. Nonostante ciò negli uomini l'osteoporosi e le fratture osteoporotiche restano tuttora sotto diagnosticate e sotto trattate! Presso il Vip Room del ristorante "The Stage" in piazza Gae Aulenti 4 a Milano Alessandra Graziottin  (direttrice del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati di Milano) ha presentato un innovativo gel vaginale idratante (disponibile in farmacia) utile per alleviare i sintomi dell'atrofia vaginale, la secchezza vaginale e i disturbi correlati che possono manifestarsi durante la gravidanza, il post partum, la menopausa o come conseguenza dell'irritazione chimica o fisica, dell'alterazione della flora vaginale o dell'uso di contraccettivi orali o di altri farmaci. Il gel è compatibile con l'uso del cohndom.

Un grande aiuto che fa superare la difficoltà e l'imbarazzo a parlare del proprio disturbo come spiega Alessandra: "Le donne che soffrono di mancata idratazione a livello vaginale (secchezza) spesso non sanno da cosa dipenda e sono riluttanti ad affrontare l'argomento con il proprio partner ma anche con il ginecologo!". La sala Bracco al Circolo della Stampa milanese ha ospitato la conferenza DOLORE POST-OPERATORIO: UNA SOFFERENZA INUTILE. Tra i relatori il professor Guido Fanelli, anestesista e Papà della LEGGE 38 che combatte il dolore. Più volte Guido, durante i tanti convegni tenutisi sempre al Circolo della Stampa milanese, ha preso la parola: "Lavorando assiduamente con un gruppo di stimati colleghi siamo riusciti a mettere a punto una legge, approvata all'unanimità da tutte le parti politiche, che ha segnato una svolta epocale per tutti i malati di dolore: il diritto a essere curati... La legge 38 obbliga il medico a prendersi cura del dolore qualunque ne sia la causa...". Ma a dispetto della Legge 38, nata il 15 marzo 2010, la gestione del dolore post-operatorio in Italia è ben al di sotto degli standard europei, è insomma subottimale. Secondo due indagini (condotte dalla Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva) solo la metà degli ospedali analizzati ha attivato un servizio del dolore acuto post-operatorio e ben l'ottanta per cento dei pazienti sottoposti a intervento chirurgico non ha ricevuto un trattamento del dolore post-operatorio rispondente alle linee guida che richiedono un trattamento personalizzato sul tipo di paziente e sul tipo di dolore.

Si tratta di terapie multimodali e controllabili dal paziente sotto supervisione medica. Vi riporto ciò che ha detto il professor Fanelli: "Tutti noi siamo consapevoli che nonostante la riconosciuta preparazione degli anestesisti i quali hanno il compito istituzionale di garantire l'analgesia in fase post chirurgica, il dolore post-operatorio è trattato nella maggior parte dei casi attraverso presidi  a infusione fissa e continua. Ciò significa che l'effetto antalgico non  è adeguatamente modulato nel tempo, ne sufficientemente adattato alle specifiche caratteristiche del paziente, come l'intervento cui è stato sottoposto, la sua massa corporea, il sesso o il metabolismo. Questi presidi non rispondono pienamente neanche ai moderni standard di sicurezza perché non sono dotati di alcun sistema di allarme, ad esempio per i casi di interruzione del flusso di medicinale. La sfida che dobbiamo affrontare è quindi anzitutto di natura culturale: tutti professionisti della salute, dal chirurgo all'anestesista, senza tralasciare l'infermiere, devono convincersi che l'analgesia personalizzata, che contempla anche il coinvolgimento del paziente non rappresenta un maggior dispendio di risorse e di energie ma al contrario un efficientamento  economico e un'ottimazione, in termini di appropriatezza terapeutica della gestione del paziente post-chirurgico". Ha infine parlato Thilo Stadler di GRUNENTHAL: "Sulla scia del grande successo della campagna dedicata al Dolore Cronico nata cinque anni fa siamo orgogliosi di lanciare questa nuova iniziativa di formazione e informazione su tutto il territorio nazionale. Grunenthal Italia (società indipendente basata sulla ricerca farmaceutica) promuoverà la diffusione di conoscenze scientifiche rigorose, tra i professionisti della salute, sulla gestione ottimale del dolore post-operatorio e al contempo una maggiore attenzione dei cittadini per il proprio diritto a non soffrire anche a seguito di un intervento chirurgico!".


Nella foto un momento della conferenza "Dolore post-operatorio: una sofferenza inutile" in Sala Bracco al Circolo della Stampa milanese

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