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Un'indagine per scoprire come vengono assistiti e curati.


I bambini al pronto soccorsoPresso la sala Bracco al Circolo della Stampa milanese si è svolta la conferenza stampa intitolata IL DOLORE PEDIATRICO IN PRONTO SOCCORSO. I relatori hanno preso in esame l'indagine IL DOLORE: MEDICI E INFERMIERI VISTI CON GLI OCCHI DI GENITORI E BAMBINI. L'indagine (promossa dal Gruppo PIPER con il supporto incondizionato di Angelini) ha coinvolto 29 pronto soccorso distribuiti su tutto il territorio nazionale. Interviste agli adulti accompagnatori di bimbi al PS con dolore e, quando possibile, interviste anche a loro. 923 adulti e 644 bambini accompagnati quasi sempre dalla mamma. Secondo i genitori il personale è stato molto o abbastanza attento e interessato al dolore dei piccini.

Poco frequente la misurazione del dolore effettuata solo in un quarto dei casi. Gli operatori sanitari del Sud hanno misurato il dolore più spesso dei colleghi delle altre aree geografiche. Sempre riguardo al dolore il medico è l'unico referente al Centro Sud, al Nord prevale invece il lavoro di team. Poco meno della metà ha ricevuto una terapia per il dolore. Nel 50,46% il dolore è stato trattato entro 20 minuti, e nel 32,19% non si sono superati i 40 minuti. Al Centro e nel Nord Est i tempi di attesa per la terapia antalgica sono più celeri. Il 53,20% dei genitori è molto soddisfatto di come gli operatori hanno gestito il dolore del loro piccino; il 41,7% lo è abbastanza.

A quasi tutti i bimbi è stata chiesta la localizzazione del dolore. La quasi totalità dei piccoli ha colto l'attenzione e l'interesse degli operatori nei confronti del loro dolore. Una volta a casa il 38% stava molto meglio e altrettanti hanno ridotto il dolore iniziale. Solo il 23,14% ha dichiarato che il dolore era immutato. In conclusione va detto che la mancata gestione della sofferenza causa conseguenze gravi anche per il futuro del bambino: un dolore non trattato condiziona anche quello percepito negli episodi successivi ed è fonte di stress mentre un trattamento corretto abbatte l'ansia dei familiari, migliora i rapporti con lo staff e l'adesione al programma di cura.

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