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Per Lecce non c’è pace.


Liscia la notiziaAnche quando la voglia di ogni tifoso giallorosso è solo quella di mettersi tutto alle spalle, voltare pagina, e ripartire dall’inizio, come sempre con onestà ed entusiasmo, ecco che ci pensano gli altri, inopportunamente, a tirar fuori cose che non c’entrano nulla con i tifosi leccesi, ma anche con la nuova proprietà e il nuovo sponsor.

Così, dopo 15 mesi di processo mediatico, dopo un processo sportivo sommario sul quale molte cose sarebbero da dire, dopo l’inopportuna ironia della medesima stampa sul nuovo sponsor dei salentini, come poteva Striscia la Notizia lasciarsi sfuggire una così succulenta preda?! Specie se poi gli inviati della stessa trasmissione sono conterranei dei nostri grandi persecutori, perché di vera e propria persecuzione (mediatica) si è trattato.

I fatti. Gli inviati pugliesi di Antonio Ricci sono andati nella giornata di ieri agli allenamenti del Lecce per consegnare all’AD Antonio Tesoro un provolone in segno di scherno per aver scelto un’agenzia di scommesse (Betitaly) come main sponsor, dopo che proprio i giallorossi hanno pagato carissimo le vicende del polverone “scommessopoli”.

Forse nessuno ha informato i bravi Fabio e Mingo che in realtà il Lecce non è stato condannato per il calcio-scommesse, ma per un presunto tentativo di combine (ormai è acclarato che il derby si è comunque giocato regolarmente) ricondotto alla vecchia presidenza.

Forse i bravi Fabio e Mingo sono rimasti ai primi articoli dei compagni di merende baresi, quando si accusava mezza squadra del Lecce di aver partecipato a presunti giri di scommesse, salvo poi scoprire che su quel filone i giallorossi erano completamente estranei e ad essere sporchi, ma molto sporchi, erano proprio i signori di Bari. Signori che in 3 anni si sono resi protagonisti di mancati pagamenti di stipendi, di contributi irpef, di decine di partite vendute o aggiustate, con la partecipazione di molti giocatori della rosa e di un cospicuo numero di tifosi organizzati, che “arrotondavano” il proprio stipendio con questo sistema. Forse il provolone sarebbe stato più appropriato a quelle latitudini, o magari ai giudici sportivi che hanno “spalmato” tali reati continuativi e reiterati in tante piccole punizioni di 5/6/7 punti dilazionate in più stagioni. Così i biancorossi hanno sempre potuto conservare la propria categoria, pur avendo fatto mercimonio della sportività e delle regole del fair play finanziario per quasi 3 anni.

Forse i bravi Fabio e Mingo non sono stati avvisati che in ogni caso la famiglia Tesoro nulla c’entra con tutta questa vicenda, se non essere vittima, come tutti i tifosi, di qualcosa che ci è passata sulla testa senza neanche sapere come e perché. Cosa avrebbe mai potuto rispondere Antonio Tesoro per responsabilità non sue e per fatti risalenti a più di 1 anno prima? Al limite sarebbe stata più logica una visita alla precedente proprietà, semmai ce ne fosse stato bisogno, magari con una dichiarazione scritta del caseificio sulla vendita di 2 forme di provolone per il battesimo delle discendenze…

Infine forse i bravi Fabio e Mingo non sono informati del fatto che Betitaly non è un nuovo sponsor del Lecce, ma era già nel panel dei co-sponsor e che è stato “promosso” a main-sponsor in seguito alla rescissione (causata dalla retrocessione) con il precedente Veneto Banca. Per cui nessuna novità anche riguardo questo.

Quindi una non-notizia (Betitaly già collaborava con il Lecce) basata su un non-fatto (il Lecce non ha pagato per le scommesse) e attribuita alla persona sbagliata (Antonio Tesoro sta pagando conseguenze per fatti che non lo riguardano), non c’è che dire, davvero un bell’inizio per la nuova stagione della trasmissione satirica di canale 5.

Fa niente se poi il vero scandalo del calcio-scommesse ha residenza 150 km più a nord, fa niente se a tutti sembra normale che un tale sistema vizioso venga punito “a rate” (30 punti di penalità in un unico campionato equivalgono a retrocedere, 30 punti spalmati in 2 o 3 stagioni equivalgono a un colpo di spugna), evidentemente il malaffare in Italia è rappresentato da società oneste che in tempo di crisi investono i propri capitali per consentire la prosecuzione del calcio che conta nel Salento. Questa cosa genera tanta ironia, mezza squadra e mezza curva in prigione invece generano solo tanta tristezza…

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