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Conseguenze circoscritte al mercato russo, senza particolari ripercussioni su quello italiano.


Crisi Ucraina-RussiaLa crisi tra Ucraina e Russia ha avuto inizio quando l’ex premier ucraino Yanukovych ha deciso di rimandare la firma su un accordo di associazione tra l’Ucraina e l’Unione Europea preferendo recarsi a Mosca per incontrare il premier russo Putin e firmare un accordo che prevedeva l’acquisto di 15 mld di dollari di bond ucraini da parte della Russia in cambio di uno sconto del 30% sul gas russo. Questo accordo ha spinto la popolazione filo-europeista dell’Ucraina a riversarsi nelle piazze (si stima che 800.000 ucraini abbiano preso parte alla manifestazione dell’8 Dicembre scorso).

Le proteste si sono concluse con le dimissioni di Yanukovych e l’Ucraina si è dotata di un governo filo-europeista; invece la Crimea, una piccola regione a sud dell’Ucraina, ha deciso per l’annessione alla Repubblica Federale Russa dopo che Putin l’aveva occupata militarmente.

Quelli che pensavano che queste tensioni geo-politiche avrebbero generato un effetto domino sui mercati finanziari internazionali, soprattutto su quello europeo, hanno avuto torto finora. Questi timori di contagio non sono affatto ingiustificati se si dà uno sguardo ai seguenti dati:

Il 13% del petrolio mondiale viene prodotto in Russia

Il 25% del gas utilizzato in Europa proviene dalla Russia; un terzo di questo gas passa per l’Ucraina

L’esposizione all’Ucraina delle banche di Austria, Italia e Francia ammonta a circa 20 mld di dollari

L’esposizione alla Russia delle banche europee ammonta a circa 150 mld di dollari

La Russia è il terzo partner commerciale dell’Europa (10% degli scambi totali)

Tuttavia l’unico mercato che ha davvero sofferto queste tensioni geo-politiche è stato il Micex, il principale indice azionario russo, che ha perso l’11.5% da inizio anno. Le conseguenze peggiori della crisi saranno per l’economia russa: la World Bank ha dichiarato che la Russia potrebbe andare in recessione (anche se le nazioni dell’Est non dovessero imporre ulteriori sanzioni) con una contrazione del prodotto interno lordo pari all’1.8%.

La fuga degli investitori dalla Russia ha già raggiunto dimensioni colossali: nel primo trimestre la Russia ha registrato outflows per 70 mld di dollari, un ammontare superiore agli outflows registrati durante tutto il 2013. Dunque, per ora, gli effetti della crisi Ucraina-Russia, rimangono  circoscritti al mercato russo, senza particolari ripercussioni su quello italiano.

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