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Negli Usa saltare il pranzo è la nuova cattiva abitudine e in Italia?


Bambini e nutrizioneSe fino ad oggi l’attenzione di genitori ed educatori si è rivolta soprattutto a trasmettere buone abitudini a colazione e a merenda, oggi le antenne si stanno alzando anche per un nuovo trend negativo che sembra farsi strada negli USA: saltare il pranzo. Secondo l’analisi del National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES), che ha valutato i modelli alimentari di 3.647 bambini di età compresa tra 4-13 anni (dal 2009 al 2012), saltare il pranzo un giorno alla settimana è una pratica ormai diffusa per il 13% dei più piccoli, percentuale che aumenta fino al 17% tra i 9 e i 13 anni. Non solo: lo studio ha riscontrato che il comportamento può persistere anche per tutta la settimana, con quasi il 23% circa di quelli che saltano il pranzo anche durante i fine settimana. I risultati, presentati lo scorso aprile all’American Society of Nutrition.

"Eravamo preoccupati di vedere come coloro che erano soliti saltare il pranzo mantenevano questa cattiva abitudine per tutta la settimana e ancora di più nei fine settimana. In particolare, questo campione, era costituito per la maggior parte da ragazze tra i 9 e i 13 anni. Ancora più allarmante il fatto che i ragazzi che erano soliti saltare i pasti non avevano, nel sangue, alcuni nutrienti chiave, essenziali per la crescita e lo sviluppo” ha detto l'autore principale dello studio, Kevin Mathias, PhD e scienziato presso il Nestlé Research Center.

La ricerca KNHS di Nestlé, iniziata nel 2012, si basa su dieci anni di esauriente ricerca sulla nutrizione dei bambini e neonati del Feeding Infants and Toddlers Study (FITS). Questi studi, che forniscono una panoramica completa sullo stile alimentare dei bambini di età compresa tra 0 e 12 anni, danno informazioni importanti su schemi alimentari, livelli di assunzione di sostanze nutritive, fattori comporta-mentali, indicatori di peso.Bambini e nutrizione

Entro la fine del 2016, KNHS di Nestlé e la ricerca FITS saranno estesi a dieci paesi tra cui Stati Uniti, Cina e Messico. L’obiettivo è che questi studi forniscano un quadro chiaro per ogni Paese e allo stesso tempo una visione globale sulla nutrizione del neonato e del bambino. In questo modo, sarà possibile offrire soluzioni rivolte ai loro specifici bisogni nutrizionali, che saranno diversi per Paese poiché influenzati dalle singole risorse a disposizione e dai caratteri socio-ambientali e culturali. Nestlé ha già iniziato a utilizzare i risultati del FITS per migliorare alcuni prodotti, andando in-contro alle esigenze nutrizionali di neonati e di bambini. "Nestlé farà affidamento agli insegnamenti di queste due ricerche scientifiche per migliorare continuamente i profili nutrizionali dei propri prodotti che si rivolgono a bisogni nutrizionali non soddisfatti allo stesso modo saranno utilizzati per programmi e servizi utili a in-formare i medici, i genitori e gli operatori sanitari” spiega A.Morck, PhD, Vice President del Scientific&Regulatory Affairs presso Nestlé Global Affairs.

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