Il College of New Jersey presenta la più grande mostra sull’Afghanistan.
Questa primavera, il College of New Jersey ospiterà “Art Amongst War: Visual Culture in Afghanistan, 1979-2014”, una mostra interdisciplinare e una serie di 5 programmazioni pubbliche che analizzeranno gli effetti dei 35 anni di guerra in Afghanistan sulla cultura visiva del paese. L’esposizione, che sarà visibile dal 5 marzo fino al 17 aprile, presenterà pezzi di arte contemporanea afghana e afghano-americana, immagini foto-giornalistiche, e artigianato tradizionale.
Le programmazioni includeranno documentari storici e discussioni con una ONG con base a Kabul, un veterano di guerra, e un leader di un’organizzazione per lo sviluppo sociale in Afghanistan. L’esposizione multimediale del TCNJ si caratterizzerà per la video-arte contemporanea, le opere in allestimento, le pitture e i disegni, ma anche per l’artigianato tradizionale afghano, inclusi i ricami e i mantelli da guerra, che incorporano gli emblemi dei conflitti armati, come fucili, carri armati e aerei da combattimento.
Tra gli artisti della mostra ci saranno Lida Abdul, Rada Akbar, Roqia Alavi, Gulbuddin Elham, Abul Qasem Foushanji, Mariam Ghani, Moshtari Hilal, Mariam Nabil Kamal, Aref Karimi, Zahra Orna Kazemi, Aman Mojadidi, Najibullah Musafer, Rahraw Omarzad, Abdullah Shayagan, Zolaykha Sherzad, Amin Taasha e Mohsen Taasha Wahidi, un artista rappresentato da Theca Gallery dalla Svizzera.
La prima programmazione pubblica, che precederà immediatamente l’inaugurazione dell’esposizione il 5 marzo, sarà “Beyond the Images of the Evening News: Afghanistan’s Visual Culture in Context”, presentato dal curatore della mostra e Professore Associato di Storia dell’Arte, la Dott.sa Deborah Hutton.
Tra gli artisti in mostra più significativi vi è Mohsen Taasha Wahidi, nato a Kabul nel 1991, è uno dei giovani artisti più interessanti nel panorama delle arti visive afghane. Scoperto a livello internazionale nel 2012 in occasione della sua partecipazione a dOCUMENTA 13, l’artista è oggi rappresentato in occidente dalla galleria svizzera Theca Gallery.
L’opera di Moshen Taasha, prevalentemente pittorica ma aperta nelle sue ultime espressioni anche al video e all’installazione, è caratterizzata da un forte radicamento nella cultura millenaria della sua terra, temi da cui parte per sviluppare una riflessione critica sulla situazione sociopolitica del paese, martoriato da divisioni interetniche, integralismo religioso e da una guerra che dura ormai da più di dieci anni.
Di etnia Hazara, minoranza di origini turco-mongoliche e fede sciita, Moshen Taasha Wahidi si appassiona al disegno fin da bambino e coltiva le sue doti nell’Institute of Fine Arts di Kabul e nell’ambito di workshops sull’arte contemporanea organizzati nella città da artisti internazionali, come Ashkan Sepahwand, Adrian Villar Rojas, Chu e Emeric Lhuisset. Dopo aver fatto parte del gruppo Roschd (“Il fiorire”), il giovane lo lascia, a causa di frizioni etniche e politiche e fonda i Bad Artists, in seguito chiamati Taasha Artists (“Nascosti”), appellativo assunto poi dall’artista nel suo nome d’arte.
