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Alla vigilia del grande appuntamento del 10 maggio che vedrà a Roma l’incontro del papa con tutte le componenti istituzionali e associative della scuola pubblica statale e paritaria, e della formazione professionale, arriva in libreria un libro sulla scuola e sull'educazione visto dal Papa.


Papa Francesco: la mia scuola“Cosa possiamo fare noi maestri, ieri simboli viventi di un progetto di società libera e in cerca di futuro, oggi con ridotta considerazione sociale e impossibilitati a vivere in modo dignitoso del nostro lavoro? Cosa può fare l’insieme della comunità educativa, lei stessa attraversata da tante situazioni di discontinuità e sradicamento?”.

Così si interrogava l’attuale pontefice ai tempi in cui era arcivescovo di Buenos Aires. E, tuttavia, la “scuola di Bergoglio” ha dimostrato non solo di sapersi porre interrogativi giusti, ma anche di formulare già alcune risposte convincenti: nel segno di una “conversione creativa”, come innovazione didattica e, insieme, come pieno orizzonte di responsabilità civile e politica. Per rendersene conto basta aprire le pagine di papa Francesco “La mia scuola” appena arrivato in libreria (Editrice La Scuola ,pagg. 128, € 9,50).

Ovvero: il mondo della scuola – e dell’educazione- visto dal papa, qui soprattutto educatore e pastore, che non rinuncia a coniugare realismo e utopia. L’opera raccoglie infatti tutti i suoi testi più significativi e in particolare quelli che riescono persino ad affrontare la crisi educativa come opportunità, e che indicano percorsi di educazione alla fraternità, oppure decisivi per vincere quella che viene definita la cultura dello scarto. Non solo. Vi troviamo pure gli scritti più sorprendenti di Jorge Mario Bergoglio, che ci spiegano la sua pedagogia della liberazione e la sua rivoluzione nel segno della tenerezza.

Il volume è curato da Fulvio De Giorgi, ordinario di storia della pedagogia, che ha raggruppato queste “perle” secondo un criterio tematico e non meramente cronologico per far meglio emergere la visione globale del pontefice. Uno sguardo ampio, che si staglia nitido nella sua coerenza e compattezza: da un discernimento di fondo sulla realtà storica al riferimento – cruciale e decisivo – a Gesù Maestro, per poi focalizzare l’attenzione sulle opportunità e le responsabilità del tempo presente e sull’educazione alla solidarietà. Il magistero educativo che emerge da questi testi tradotti in tutto il mondo, è ricco di spunti e di occasioni di riflessione, ed è insieme vivace e fresco. Perché nasce da una lunga esperienza sul campo e dalla contemporanea riflessione pedagogica sulla stessa: frutto maturo di un sapere pratico e di una ricerca sapienziale.

A confermare questa constatazione il saggio finale di De Giorgi che scandaglia le posizioni bergogliane precedenti l’ascesa al soglio pontificio, al fine di individuare matrici originarie, fonti e processi di maturazione, confronti con educatori, operatori scolastici , insegnanti , dei quali l’ex arcivescovo di Buenos Aires mostra appunto di conoscere parecchio: comprese le forti pressioni alle quali, in tanti Paesi del mondo, sono sottoposti, nel presente contesto di crisi.

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