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Paternità violata. Pulsioni e reazioni, poi schegge di futuro nascoste nella memoria. Un romanzo Edizioni Cento Autori.


I figli sono delle madriLorenzo, il protagonista, un giornalista quasi quarantenne, racconta il fallimento del suo matrimonio, la lotta, non solo giudiziaria, per difendere il suo ruolo di padre, la presa di coscienza del sentimento che ancora lo lega a Elena, la sua ex moglie, malgrado litigi e ripicche. La convinta difesa della genitorialità da parte di Lorenzo, coincide con la morte di quello che ha sempre considerato suo padre, salvo scoprire di non essere suo figlio con la conseguente necessità di confrontarsi con un passato da riscoprire, cosi come il vero genitore, bello e dannato, morto suicida. Ma Lorenzo non fugge il dolore, lo attraversa, s’immerge in esso nella convinzione che ciò gli permetterà di maturare una nuova consapevolezza di sé, di ritrovarsi come padre, condizione prioritaria per la ricerca della felicità.

I figli sono delle madri. E' una provocazione, ma non troppo. Sì, è così per la maggior parte dei tribunali, per la società silente, per chi non osa dire che non può essere vero. E' così per le donne che sfidano la loro stessa anima, lo è per gli uomini avviliti al rango di padri-bancomat. Lo è, ancora, per colpa degli omuncoli che abbandonano i loro bambini, piuttosto che correre il rischio di diventare adulti. Questa storia, però, è dedicata anche al duplice ruolo, di genitori e figli, ai condizionamenti e agli smarrimenti che si sviluppano tra le due identità, almeno fino all'intervento di una guida superiore, quella governata dal cuore.

"Non si tratta di una crociata contro le donne. Parto da una storia per scandagliare schemi comportamentali, il sistema etico-culturale nel suo complesso, che ben rappresenta i meri interessi di lobbies professionali piuttosto che le istanze primarie che dovrebbe contemperare. Io non credo nelle generalizzazioni".

"Il titolo è solo paradossale, laddove è evidente che la semplificazione faccia indignare o, talvolta susciti gradimento (e per me volutamente "scherno") in anime povere e stolte. Vorrei solo che, passo dopo passo, quello che non funziona in questa società sia preso di mira dalla coscienza critica collettiva, materia grigia di comune proprietà, sempre più evanescente e in estinzione.  Credo nei miracoli, credo nell'impegno per renderli sempre più frequenti. Bisogna ristabilire un po' di giustizia a tutti i livelli. Perché il patrimonio che lasciamo non sia solo il nostro misero orticello quotidiano, peraltro ben calpestato".

L'autore: Armando Benedetti, Roma, 02-10-1969, laurea in scienze politiche, giornalista Sky. Dal 2003 ha partecipato a Roma alla fondazione del canale All news Sky tg24, dal 2008 è vice caposervizio a Sky Sport24 a Milano. In precedenza è stato, dal 1997 al 2003, produttore per le testate Tg5, Terra!, Verissimo. Autore di format tv. Questo è il suo primo romanzo disponibile nelle librerie Feltrinelli e ordinabile sul Web: LaFeltrinelli, Libreria universitaria, Deastore, Ibs, InMondadori, Amazon....

TRE POESIE (TRE ATTI) CHE CONCLUDONO IL ROMANZO E NE RAPPRESENTANO L'ESSENZA:

Prima

“Passi solitari, fragile asprezza
Ambizione di calore sacrificata
Poi risacche, dense maree
e dentro l'eco di un ritmo sacro”

Durante

“Storie nel vento, rumore di passi
Voce e respiro tra serate e meteore
Quanto velocemente si chiude l’orizzonte?
Dannato nella fortuna, senza perdere il cuore
Niente da dimostrare o di cui vantarsi
Voce e respiro, adesso sparsi nel vento”

Dopo

“Primavera, danza, terra
e cerchi svaniti nell’acqua
Nel divenire memore
un giardino nel deserto
l’amore nel suo porto”

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