In libreria il nuovo saggio del noto teologo della comunicazione, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo e direttore del Centro Televisivo Vaticano. Un’indagine su tutte le trasformazioni e le sfide del grande schermo.
Il volume. La questione dell'etica del cinema suscita interessi molteplici: in ambito educativo, come in quello accademico. E, da non confondere con l’etica nel cinema, riguarda aspetti di grande importanza: come il delicato rapporto tra la narrazione e l’interpretazione, la possibilità di cooperazione nel testo e la previsione di uno spazio vuoto, quello della libera responsabilità dello spettatore.
E’ questa attenzione verso la coscienza del pubblico a fare la vera distinzione sul grande schermo. Il nuovo volume di monsignor Dario Viganò muovendo dai progressi della psicologia, della sociologia e della semiologia, nonché dell'etica della comunicazione, punta i riflettori sullo spettatore e sulla libertà concessa al suo sguardo. Non un punto di arrivo, quanto piuttosto un punto di partenza come contributo alla riflessione sull’etica della comunicazione e in particolare dell’audiovisivo.
Nel testo la ricerca prende avvio dalla storia della censura nel cinema attraverso i due case history esemplari “La ricotta” di Pasolini e “Ultimo tango a Parigi” di Bertolucci, quindi si passa ad una ricognizione generale della normativa sulla revisione cinematografica dalla nascita del cinema sino alle recenti più recenti. A completare la riflessione un focus sull’industria culturale hollywoodiana e sulle principali realtà dell’Unione Europea. La rassegna di opere analizzate dimostra come ogni questione (anche l'eutanasia e l'aborto) possa essere rappresentata dal cinema evitando l'insincerità, la superficialità e la manipolazione ideologica.
L’autore: Dario Edoardo Viganò è professore ordinario di Teologia della comunicazione presso la Pontificia Università Lateranense e docente di Linguaggi e mercati dell'audiovisivo alla LUISS "Guido Carli". Direttore del Centro Televisivo Vaticano, è anche Presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo e Direttore della “Rivista del Cinematografo” . Ha al suo attivo decine di saggi sul cinema.