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La ricchezza degli interventi del pontefice alla finestra dell’Angelus e la rivoluzione comunicativa del papa vista dal vescovo-teologo Forte.


Buon pranzo! Quando Papa Francesco parla alla gente“Fratelli e sorelle, buon giorno, dopo l'incontro di mercoledì scorso, è bello da cristiani, vederci e salutarci di domenica, in una piazza che grazie ai media ha le dimensioni del mondo”. Con queste parole papa Francesco, domenica 17 marzo 2013,  apriva il suo primo Angelus pronunciato alla finestra dello studio dell'appartamento pontificio innanzi ad una folla sterminata. “La misericordia cambia tutto”, così si potrebbe sintetizzare in poche parole il contenuto di quel primo discorso. Difficile poi dimenticare la conclusione, assolutamente mai ascoltata e del tutto inconsueta, accolta da un boato di applausi da parte dei fedeli riuniti in San Pietro e da milioni di sorrisi di quanti si trovavano innanzi al piccolo schermo (con picchi da record): “Buon pranzo!”.

Proprio “Buon pranzo!” è il titolo con il quale l’Editrice La Scuola manda in libreria un’antologia tematica dei testi del pontefice pronunciati alla finestra cui guardano ogni domenica, attorno a mezzogiorno,  in piazza o alla televisione, milioni di fedeli. Sotto più di una cinquantina di lemmi una sorta di dizionario delle parole–chiave del cristianesimo nella lettura di papa Bergoglio, e, non a caso, ogni intervento papale è preceduto da un passo delle Scritture e alla fine del volume è presente un indice delle citazioni bibliche. Si va dunque da Amore o Ascolto a Vangelo o Verità, passando per Battesimo, Chiesa, Comunione, Conflitto, Consacrazione, Correzione, Coscienza, Croce, Eternità, Eucaristia, Famiglia, Fede, Gioia, Gioventù, Grazia, Legge, Luce, Male, Maria, Martirio, Misericordia, Missione, Pace, Perdono, Periferia, Povertà, Preghiera, Provvidenza, Risurrezione, Sacramento, Salvezza, Santità, Speranza,Tentazioni, Unità, ecc.

Ma non è tutto. Perché oltre ad offrire i testi più significativi degli Angelus che sin qui hanno scandito il pontificato, il volume (che ha come sottotitolo “Il cibo dell’anima”) è aperto da un denso saggio introduttivo del vescovo-teologo Bruno Forte che per la prima volta analizza e interpreta “la rivoluzione comunicativa di Papa Francesco”, leggendo quell’onda di simpatia, suscitata da Papa Francesco nella Chiesa e nel mondo ”che“ è stata ed è oggetto di valutazioni diverse, perfino di un conflitto delle interpretazioni”.  

“C’è chi coglie nel messaggio di questo Papa e nell’entusiasmo che accende i segni di una rinnovata primavera della fede ”e“ c’è chi vede emergere nostalgie ingenue e rischiose di pauperismo evangelico; c’è chi riconosce nel consenso che diversi manifestano i rigurgiti di un mai sopito ‘affetto antiromano’, pronto a identificare nel Vescovo di Roma, ‘venuto quasi dalla fine del mondo», soprattutto il promotore di una riforma radicale della macchina curiale”. Così scrive monsignor Forte spiegando di sentirsi “in sintonia con chi legge nel pontificato di Francesco uno straordinario tempo di grazia e di speranza per tutti, in continuità con ciò che era stato preparato dalla riforma spirituale voluta da Benedetto XVI, anche se con caratteristiche differenti”. Il saggio si articola poi secondo una scansione che scandaglia in profondità il linguaggio dello stile di vita di papa Bergoglio, la forza che sta dentro il suo “vocabolario nuovo”, infine la sua capacità di sorprendere. Fra i tratti messi in evidenza da Forte la semplicità dello stile comunicativo di Jorge Bergoglio. Con un’avvertenza che l’arcivescovo di Chieti così esplicita: “…la preferenza per il ‘parlare a braccio’, da lui tanto spesso dimostrata, non è semplicismo, ma espressione della volontà di raggiungere coloro cui si dirige in maniera al tempo stesso diretta, essenziale e profonda”.

Ma qual’è la vera novità del vocabolario dell’attuale Vescovo di Roma nel proporre i valori decisivi della vita? “La caratterizzerei in tre direzioni: l’attenzione a ciò che è veramente prioritario nella proposta; lo sguardo sempre rivolto al destinatario e all’interlocutore; il desiderio di non privilegiare nulla di ciò che conta rispetto all’insieme di quanto va proposto in obbedienza a Dio e per amore degli uomini”, afferma Forte. Convinto con papa Francesco che “a  nulla servirebbe elencare una serie più o meno ampia di valori ‘non negoziabili’, se poi la loro intrinseca forza di attrazione per il bene delle creature non risultasse messa in luce”. Insomma ecco il papa che vuole una Chiesa destinata a crescere “non per proselitismo, ma per attrazione”, che dimostra di avere chiaro il senso della “complexio catholica”, su cui insisteva Romano Guardini, il pensatore italo-tedesco cui l’italo-argentino Bergoglio ha dedicato  parte dei suoi studi. Scrive Forte “Non si può, ad esempio, difendere il valore della vita insistendo unicamente sul no all’aborto, senza parimenti affermare il no a ogni forma di violenza e di ingiustizia, il no alla guerra e all’oppressione dei poveri”: E aggiunge: “Alcuni passaggi dell’Evangelii gaudium hanno potuto scandalizzare solo chi non ha tenuto presente questo principio decisivo (si pensi alle reazioni di un certo liberalismo cattolico negli Stati Uniti): così, ad esempio, gli importanti ‘no’ che Francesco ha voluto sottolineare – dal no a un’economia dell’esclusione, che privilegia alcuni e considera ‘scarti’ altri in un’ impressionante ‘globalizzazione dell’indifferenza’, a no all’idolatria del denaro, che governa invece di servire, come è avvenuto nel prodursi della crisi economica mondiale  – ribadiscono posizioni della dottrina sociale della Chiesa presentandole nel modo più concreto perché avvenga la conversione al Vangelo”.

Papa Francesco :  Buon pranzo!  Il cibo per l’anima.  
Introduzione di Bruno Forte. Editrice La Scuola pp.211, euro 12,50

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