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Il 67° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico di Vicenza ha proposto la riscrittura registica della Medea di Euripide da parte della regista siciliana. Tra uomini che si sentono donne e gravidanze amare, esplode sulla scena un tensione drammatica che colpisce per la sua attualità.


Verso Medea di Emma DanteMedea è una donna barbara, passionale, capace di recidere ogni legame con la sua famiglia fino a tradirla. Non è certo un'eroina, anche se aiuta Giasone a divenire un eroe. É grazie al suo aiuto, infatti, che l'uomo riesce a ottenere il manto d'orato di un montone custodito nella Colchide, terra natia della donna. Giasone è quindi, il bene perché è furbo, intelligente, glorioso e vittorioso; è retto nelle scelte di vita anche quando decide di sposare la figlia di Creonte, così da succedergli al trono di Corinto, nonostante Medea si incinta di suo figlio.

La contrapposizione, quindi, tra Medea e Giasone è decisa. Questa si inasprisce maggiormente quando la donna dominata dall'ira dopo l'abbandono, progetta la sua vendetta che contempla anche l'uccisione del figlio avuto con Giasone. Medea è in definitiva una donna malvagia e sbagliata. Lo spettacolo “Verso Medea” diretto da Emma Dante si focalizza su questa contrapposizione di genere.

Gli uomini in scena sono gli eredi e i depositari dei valori positivi di Giasone, e in quanto rappresentanti del bene, si impossessano anche delle peculiarità più piacevoli delle donna. Carmine Maringola, Salvatore D'Onofrio, Sandro Maria Campagna, Giuliano Scarpinato e Davide Celone, rispettivamente Mariarca, Giuseppina, Caterina, Rosetta e Mimma, sono uomini che sognano gravidanze, spettegolano, si ergono a regine della casa. Le loro fattezze, seppur maschili, è addolcita dalle loro parole, dai loro discorsi femminili.

Al contrario l'unica vera donna sul palco, Medea, interpretata da un'intensa Elena Borgogni, è un climax ascendente di ira, impulsiva ed esplosiva, Verso Medea di Emma Dantepeculiarità prettamente maschile, che si sviluppa di pari passo con la sua gravidanza. La sua fisicità, utilizzata dalla regista come discriminante per definire i ruoli, è arcigna, scattosa, impulsiva, violenta e tragica ed è amplificata dal coro dei fratelli Mancuso che con la loro voce vibrante e ricca di pathos fanno emergere il dramma di Medea.

Nemmeno la gravidanza riesce a smussare il potere negativo della personalità della donna. Anzi è proprio questa il motivo del suo dramma. Medea, tragicamente fertile in opposizione al nuovo regno sterile perché senza eredi di Giasone, partorisce la sua tragedia, il suo malessere per cui l'infanticidio ne è la più chiara conseguenza. Medea compie tale gesto in quanto il bambino in grembo rappresenta una visione positiva del futuro che andrebbe a cancellare il passato da lei trascorso di inganni e tradimenti ricevuti.

Teatralmente questo è il dramma di Medea e la Dante lo rende archetipo. “Verso Medea” è uno spettacolo che racconta una storia di dolore, di immigrazione, di passioni sbagliate vissute con impeto. Medea è una barbara che spera di vivere in una terra nuova, ma si trova ben presto tradita e in una terra straniera da cui gli uomini la vogliono cacciare. Ciò può essere assimilabile alla condizione di tanti uomini e donne nella contemporaneità. Come loro Medea è alla ricerca di una nuova vita e ciò emerge grazie all'impianto tragico pensato da Emma Dante. La regista struttura lo spettacolo attraverso la sommatoria di diversi stilemi linguistici.

Verso Medea di Emma DanteLa musica dei fratelli Mancuso è straziante; la voce di Medea è percepita amplificata e netta e le sue movenze sono dettate da una forza primitiva e ancestrale; e poi ci sono gli uomini che vivono contro natura nei panni delle donne. All'inizio della messainscena il loro riproporre gesti e discorsi femminili appare paradossale e ironico, anche grazie al dialetto della loro parlata usato in maniera caricaturale, ma successivamente emerge con violenza l'essere viscido e meschino dell'uomo, soprattutto nell'essere raggiratore di Giasone, Maringola, e Creonte, D'Onofrio. Uniti tutti questi elementi il dramma di Medea esplode in tutta la sua tensione narrativa. Chi osserva, quindi, non individua una ragione e un torto, bensì comprende una situazione di vita comune a tutti i personaggi compromessa dalla malvagità dell'essere umano.

Foto di © Dalla Pozza

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