Domenica 22 maggio a Voice Anatomy su Radio 24 Pino Insegno spiega come si fa il teatro per ipovedenti.
Come vive un ipovedente il teatro? Il teatro è rappresentazione della realtà, le scenografie sono importanti per poter trasportare gli spettatori all’interno della storia e far vivere loro quello che viene rappresentato. Ma se lo spettatore è un ipovedente tutto cambia. La scenografia, i costumi, tutto diventa superfluo e l’unica cosa importante è la voce, strumento essenziale per trasmettere agli spettatori le emozioni dello spettacolo.
Domenica 22 maggio, alle ore 14:30, a Voice Anatomy su Radio 24 Pino Insegno ospita Giuliano Frittelli, Presidente della sezione provinciale dell’Unione Italiana Ciechi, con cui approfondirà le modalità con cui si può permettere agli ipovedenti di vivere l’esperienza teatrale e come usare al meglio la voce per poter costruire una performance che permetta agli spettatori di partecipare allo spettacolo.
Una messa in scena per persone ipovedenti è focalizzata sull’utilizzo della voce, è con questa che gli attori devono trasmettere alla platea tutte le sensazioni dello spettacolo, profumi, colori ed emozioni. Per poter disegnare con la voce i colori di un cielo e farli percepire a chi quei colori non li ha mai potuti vedere è necessario conoscere come un ipovedente interpreta ed elabora le parole e il meccanismo cerebrale con cui i suoni diventano immagini nella mente: solo cosi è possibile utilizzare nel modo più efficace la propria voce. La produzione di spettacoli teatrali per ipovedenti è ancora poco diffusa, oltre alle difficoltà tecniche c’è anche il lato economico, non sono in molti ad essere disposti ad investire per produrre spettacoli cosi particolari: insieme al suo ospite Pino Insegno durante Voice Anatomy su Radio 24 analizzerà anche le possibilità di finanziamento a disposizione di coloro che desiderano cimentarsi con questo tipo di teatro, contribuendo così ad far crescere produzioni in questo ambito.