Take the Death Away – La morte corre sul ponte.
Ho trovato estremamente scioccante la notizia del suicidio del regista britannico Tony Scott, in quanto ha diretto molte pellicole che ho amato negli anni 80 e 90. Primo fra tutti, quel “Top Gun” che avrebbe catapultato il giovane Tom Cruise all’interno dello star system hollywoodiano, ma soprattutto tanti altri lavori che ricordo con piacere, per l’impressionante capacità ipercinetica di coinvolgere lo spettatore.
Da molti ritenuto (a torto), come il fratello meno dotato di Ridley, Tony può vantare una filmografia di tutto rispetto come abile mestierante nel cinema d’azione. Ha iniziato con il vampiresco “Miriam si sveglia a mezzanotte” con David Bowie e Catherine Denevue, ma la pellicola fu un fiasco, e rimase un paio d’anni fuori dalle scene.
Rientrato in carreggiata dopo che i produttori Don Simpson e Jerry Bruckheimer avevano notato il suo talento in uno spot per la Saab, gli fu affidata nel 1986 la regia del blockbuster “Top Gun”, film carico di mirabolanti sequenze aeree, con un forte messaggio di propaganda in piena era reganiana, vincitore del premio oscar per la migliore canzone, “Take my breath away”, cult in quegli anni.
Con 176 milioni di dollari d’incasso, Scott ebbe la possibilità di dirigere “Beverly Hills Cop II”, un totale fallimento a livello critico, ma fortemente remunerativo per il box office.
Sul finire degli anni 80’, si orienta verso il dramma passionale “Revenge – Vendetta” con Kevin Costner, Anthony Quinn e Madeleine Stowe, un film a mio parere sottovalutato dalla critica e non privo di fascino, anche per l’ambientazione esotica (il Messico). Con “L’ultimo boyscout” risolleva la carriera di Bruce Willis, reduce dal flop “Hudson Hawk”, ma è l’incontro con il giovane Quentin Tarantino che lo trasforma da patinato regista di film d’azione a vero autore.
Con “Una vita al massimo”, ha realizzato un ottimo e veloce thriller sulla falsariga di “Bonnie & Clyde” contorniato da un cast stellare: Christian Slater, Dennis Hopper, Christopher Walken, Gary Oldman, Brad Pitt, Tom Sizemore, Chris Penn e Val Kilmer. A cominciare dal thriller sottomarino “Allarme Rosso”, Scott stringe un interessante sodalizio con Denzel Washington, che sarà protagonista di altre pellicole del regista: “Man on Fire – Il fuoco della vendetta”, per me il suo film più bello e teso; “Dejà Vu – Corsa contro il tempo”; “Pelham 123 – Ostaggi in metropolitana” e “Unstoppable – Fuori controllo”.
“Spy Game” è un’intrigante film d’avventura che ha unito i due sex symbol della vecchia e nuova Hollywood, Robert Redford e Brad Pitt, rispettivamente maestro e allievo impegnati in una dura guerra di spionaggio per la Cia, tra gli anni 70’ e la fine degli 80’. “The Fan – Il Mito” ha nel cast due attori di razza come Robert De Niro e Wesley Snipes (attualmente in prigione per evasione fiscale), nei ruoli di un fan ossessionato a livelli estremi dal suo idolo del baseball.
“Nemico Pubblico – Enemy of the State” è un paranoico thriller ad altissima tensione con Will Smith nel ruolo di un avvocato inseguito ingiustamente dall’NSA statunitense, e con Gene Hackman, nei panni di una spia che fornisce aiuti al protagonista. Molti hanno contestato “Domino”, il biopic sulla modella ed in seguito cacciatrice di taglie Domino Harvey (Keira Knightley), per lo stile esagitato e frenetico delle inquadrature, quasi fosse un lunghissimo videoclip.
Di certo Tony ha deciso di andarsene, con la consapevolezza di lasciare noi spettatori sospesi con alcuni interessanti progetti: da una parte il sequel/remake di Top Gun, dall’altra il remake de “I guerrieri della notte”, in questo caso intitolato “Warriors”, ambientato non più a Brighton Beach, ma a Los Angeles tra le band di Compton e South Central.
Proprio nella Città degli Angeli, Tony ha deciso di farla finita in un giorno d’estate (lasciando una lettera d’addio per sua moglie e i suoi due figli), lanciandosi da un ponte, nella stessa maniera in cui gira le sue pellicole: adrenalinica. In questi casi la realtà supera la fantasia, cinematografica….
